Alcune funzionano dai tempi dei Romani

Tutte le fontane di Bergamo Nessuna da cartolina

Tutte le fontane di Bergamo Nessuna da cartolina
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Sono circa 30 le fontane di Bergamo, eppure persino i cittadini devono concentrarsi un po’, per riuscire a ricordarle tutte. Perché, in effetti, non si tratta di monumenti che restano impressi nella memoria e ancor meno atti a diventare simboli di una città. Non si trovano (con l’eccezione della fontana Contarini di Piazza Vecchia) sulle cartoline, e nessun turista vi lancia monete portafortuna. Definirle brutte forse è troppo, ma, osservandole una ad una, non è difficile ammettere che si potrebbe pure fare di meglio.

La nuova fontana della stazione. [Immagine in copertina] Con stupore di tutti i pendolari, ha da poco ripreso a zampillare la fontana di Piazzale Marconi, quella sul piazzale della stazione. Una serie di pannelli l’avevano coperta agli occhi del pubblico, e circolava la voce che la volessero togliere da lì. Invece, a quanto pare, si trattava solo di lavori di reimpermeabilizzazione, che non erano stati attuati durante il precedente restauro, costato circa 54 mila euro. A guardare le foto d’epoca, la fontana non era così male con il suo potente getto centrale, ma oggi la sua semplicità non la rende certo uno dei monumenti più importanti della città. Eppure è la prima cosa di Bergamo che vede un viaggiatore, uscendo dalla stazione.

 

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La “Zuccheriera” di Porta Nuova. Dritti di fronte a sé, percorrendo Viale Papa Giovanni XXIII, si incontra, sulla destra, la fontana di Porta Nuova. Il fatto che venga soprannominata “la zuccheriera” racconta già molto del suo appeal estetico sui cittadini. Costruita negli anni trenta, è stata restaurata una decina di anni fa. La rigidità della sua forma ottagonale non è solo frutto della creatività del suo architetto, Alziro Bergonzo (lo stesso della torre dell’autostrada), ma del fatto che, da quando fu inaugurata nel 1935 fino al 1950, servì a camuffare la stazione di servizio di Giuseppe Pellegrini.

 

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La “Fiascona” che non c’è più. E al suo posto una vasca. Di nuovo avanti, fino a via XX settembre, poi su Largo Rezzara. Dove, una volta, esisteva una fontana molto amata dai cittadini, che l’avevano soprannominata la “Fiascona” per la sua forma a fiasco. Circa 130 anni fa è stata rimossa e se ne sono perse le tracce. Al suo posto ora c’è un moderno bacino che non ha soprannomi, né particolare ammirazione. Assomiglia ad una semplice vasca (che, nel 2006, dei burloni riempirono di sapone, come fossero nel bagno di casa loro). La “Fiascona” pare sia stata acquistata da un privato al Comune di Bergamo, che tempo fa ha tentato inutilmente di recuperarla.

 

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Quelle dedicate a Locatelli. All’eroe locale Antonio Locatelli spettano due fontane: la prima è l’enorme vasca (ha una cascata di 8 metri) collocata nel Piazzale degli Alpini, costruita nel 1956 e arricchita dal monumento a Locatelli in occasione del ventesimo anniversario della sua morte. La seconda, dalle forme rigide tipiche dei luoghi cittadini, si incontra salendo per Viale Vittorio Emanuele.

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Tutte le altre in Città Bassa. In Piazza della Libertà si trova una fontana il cui spettacolo d’acqua è vietato ai minori di 2 metri e mezzo: la vedono solo quelli che abitano in alto. Poco distante, la fontana di Piazza Dante, disegnata nel 1740 da Giovan Battista Caniana, è l’unico elegante resto dell’antica fiera che animava la vita della città. Con la sua triste nostalgia è diventata il simbolo dell’ombrosa piazza dimenticata. In Piazza Sant’Anna la fontana risale a 50 anni fa e fu donata dal parroco Monsignor Ruggeri per abbellire il luogo. Salendo per via Pignolo, invece, è possibile ammirare la Fontana del Delfino, costruita nel 1526 da uno scultore di cui nessuno ricorda il nome.

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Fontana di San Pancrazio.

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La situazione migliora (di molto?) in Città Alta. La vera protagonista in questo caso è la fontana Contarini, una vasca ottagonale in marmo di Zandobbio decorata da due sfingi e due leoni. La suggestione della piazza, unita ad una certa armonia, la rende effettivamente la fontana più bella di Bergamo. Eppure la sua storia travagliata (fu anch’essa ricostruita, smontata e ricollocata) dimostra quanto poco i bergamaschi tengano all’estetica dei loro bacini.

A dirla tutta, le fontane a Bergamo avevano soprattutto uno scopo pratico. Servivano per il rifornimento d’acqua e in questo senso svolgono la loro funzione con costanza fin dall’epoca romana. Ecco il motivo per cui Città Alta è ricca di fontane “a muro”, a volte poco più di semplici rubinetti come quella di via Porta Dipinta, o vasche come quella ormai vuota di Porta Sant’Agostino. La cisterna più nota per dimensioni e caratteristiche architettoniche è quella realizzata durante il dominio dei Visconti, signori di Milano. La cisterna viscontea è detta il Fontanone e si trova in Piazza Rosate. Può contenere 22 mila ettolitri d’acqua e la sua capienza è ammirabile attraverso una grata.  Altre fontane medievali si incontrano ancora in via Donizetti, via Rocca, via San Giacomo, via Solata e anche nei pressi dell’uscita meridionale della basilica di Santa Maria Maggiore. Cinquecentesca è la piccola fontana davanti alla chiesa di San Pancrazio e se pensiamo che questa potrebbe assestarsi al secondo posto della classificata tra le fontane cittadine, è doveroso sperare una bella, ma per davvero, un giorno.

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