Tutte le strade che portano al Rino Olmo

Tutte le strade che portano al Rino Olmo
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Il Rino Olmo è uno di quei rifugi che, per bellezza, panorami e cordialità dei suoi gestori, riesce a ritagliarsi nel cuore di chi lo raggiunge uno spazio dedicato. Adagiato ai piedi della Regina delle Orobie e inaugurato il 29 settembre del 1991 grazie all’impegno dei soci della sezione clusonese del Club Alpino, la struttura gode dell'invidiabile vista sul dolomitico versante sud della Presolana. Un ambiente austero, ma allo stesso stupendo e incontaminato, e anche una perfetta base di partenza per i tanti itinerari che partono alla scoperta di una delle montagne più amate dai bergamaschi. Scopriamoli insieme.

 

 

Le vie d’accesso. Per raggiungere la struttura possiamo scegliere tra diverse alternative. Si tratta di percorsi accessibili a tutti con un minimo di allenamento e che permetteranno agli escursionisti di riscoprire le valli che racchiudono il rifugio, ognuna contraddistinta dalla sua bellezza. Con partenza da Rusio abbiamo:

  • il sentiero CAI 317 che sale a Baita Campo e piega, in prossimità di quest’ultima, lungo il CAI 327 che conduce al Passo di Olone e, successivamente, al Rino Olmo.
  • In alternativa, il sentiero CAI 318 che risale la bellissima Valle dei Mulini, con passaggio dalla Malga Presolana (dove è possibile acquistare dell'ottimo formaggio d’alpeggio) e dal panoramico Colle degli Agnelli.

Il tempo previsto per entrambe le escursioni è di due ore e mezza, con un dislivello complessivo di circa 900 metri. Un terzo itinerario vede il suo via da Valzurio:

  • il sentiero CAI 320 sale alle “Baite del Moschel” (possibilità di accesso in fuoristrada con permesso presso l’Ostello Baita Azzurra o al distributore automatico al Comune Nasolino) e successivamente alla “Baita Bruseda”. Il percorso continua segnalato fino al rifugio, che si raggiunge dopo circa tre ore di cammino.

Con partenza dal Passo della Presolana troviamo invece:

  • il sentiero CAI 315 e poi CAI 320, che conduce rispettivamente alla Baita Cassinelli, al Bivacco Città di Clusone, alla Grotta dei Pagani e al Passo di Pozzera. Dal Passo si scende successivamente in direzione del rifugio;
  • in alternativa, il sentiero CAI 319 con partenza dal famoso Colle della Presolana.

Per entrambi questi ultimi percorsi, il tempo previsto è di circa tre ore e il dislivello positivo è di 1000 metri. I biker esperti possono raggiungere la struttura con partenza da Rusio in circa 1 e 40 minuti, coprendo un dislivello di 1300 metri.

1 - I monti Ferrante e Ferrantino visti dal sentiero
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4 - Presolana
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Gli itinerari dal rifugio. I percorsi nella zona non mancano. Anche una semplice passeggiata nei d’intorni del rifugio permette di scoprire, e toccare con mano, la magica atmosfera che solo la Presolana riesce a regalare. La struttura è il perfetto punto di appoggio per gli alpinisti che vogliono raggiungerne la vetta, che è riservata agli esperti. Gli escursionisti possono comunque “accontentarsi” e raggiungere la via di attacco alla storica montagna, ammirarne le strapiombanti pareti e visitare la suggestiva “Grotta dei Pagani”, mistica caverna posta alla base della parete. Poco lontano, sorgono la Cappella Savina e il bivacco Città di Clusone, quest’ultimo posizionato nel 2015 a sostituzione della preesistente struttura a nove posti costruita nel 1968 a memoria della morte di sette uomini. Un secondo itinerario, sempre con partenza dal rifugio, è il “Periplo della Presolana”: un giro ad anello lungo le pareti della stessa che porterà gli escursionisti tra sentieri e ripidi ghiaioni fino alla “Ferrata della Porta”, suggestivo sentiero attrezzato che permette il passaggio dal versante nord-est della montagna. Anche questo sentiero è riservato agli escursionisti esperti e deve essere percorso con attrezzatura idonea alla progressione su via ferrata. Dal Rino Olmo possiamo poi raggiungere le altre strutture presenti nella zona e adagiate ai piedi della Presolana: il Rifugio Carlo Medici ai Cassinelli e il Rifugio Luigi Albani.

Parola ai gestori. Il Rino Olmo, ubicato a 1819 metri di quota, è gestito da marzo di quest’anno da Elia Iseni. «Ho aperto da circa sei mesi, proprio all’inizio della stagione primaverile. Sono molto contento, mi piace la vita in montagna e al Rino Olmo mi trovo benissimo. Amici e collaboratori mi danno una mano in questa avventura, il meteo è stato tutto sommato propizio e gli escursionisti che salgono a trovarci non mancano. Ho già collaborato con altri rifugi e negli ultimi dodici anni ho lavorato nel campo della ristorazione. Il nostro rifugio propone una cucina tipica bergamasca e casalinga. Si cerca sempre di prediligere i prodotti tipici del territorio. I salumi e i formaggi vengono acquistati in loco, cercando di favorire alpeggi e fattorie della zona. Abbiamo poi un’ampia selezione di primi e secondi piatti, dagli intramontabili casoncelli fino ai secondi di carne, sempre accompagnati da una buona polenta fumante. Una particolarità che abbiamo adottato in rifugio è l’utilizzo di piatti e stoviglie compostabili, che ci permettono una gestione ecologica dei rifiuti, un’idea molto apprezzata da chi ci raggiunge». La struttura conta venti posti letto e cento coperti, settanta interni e trenta esterni. Per prenotazioni e informazioni è possibile contattare Elia al numero 3477791057 o alla pagina Facebook dedicata al rifugio. «Quest’anno andremo avanti con le aperture continuate fino a ottobre, per poi proseguire nei weekend, meteo permettendo, anche per tutto l’inverno».

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6 - Il rifugio Rino Olmo
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Conclusioni. Il rifugio, dedicato alla memoria di Rino Olmo (fondatore della sezione CAI di Clusone e membro del Soccorso Alpino), è il luogo perfetto per concedersi qualche ora di pace al cospetto di una delle montagne più amate dai bergamaschi. La varietà dei sentieri, alcuni dei quali percorribili in mountain bike o a cavallo, ne permette l’accesso a ogni tipo di appassionato.

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