Quelli che vegliano sul fiume Serio e gli dedicano addirittura poesie

Foto parcodelserio.it
Di amici ce ne sono tanti, alcuni sono solo quelli delle vacanze estive, altri restano per un periodo, altri ancora restano per tutta la vita: è con la dedizione di questi amici per la vita che il gruppo «Amici del Serio» si dedica al nostro fiume, che attraversa Seriate e a cui dà anche il nome. «Il nostro è un gruppo di amici, accomunati da una spiccata sensibilità e da profondo rispetto nei confronti della natura e, soprattutto, amanti particolarmente orgogliosi del nostro fiume Serio. Siamo uniti da ben trentotto anni, precisamente dal 1985» spiega Valerio Pesenti, che coordina il gruppo.
La nascita del Parco del Serio. Proprio nello stesso anno nacque anche il Parco del Serio, istituito dalla legge numero 70 del 1985 (sebbene, ancora senza la costituzione del parco regionale, già nel 1973 le province interessate dal passaggio del Serio espressero la loro volontà di tutelare l'ambiente fluviale). «Gran parte del progetto del “Parco del Serio” – prosegue a spiegare Pesenti – è concentrato nella pianura, fino alla foce: flora e fauna occupano un posto di primo piano nell’ecologia utile all’uomo, che deve essere spronato ad amare, a rispettare, a vivere bene la natura che lo circonda, per stare in un ambiente sano e pulito. Secondo gli “Amici del Serio”, è proprio nella natura che l’uomo riscopre se stesso».
I dati della salute del fiume. In particolare, a Seriate, partendo dal ponte stradale sul fiume Serio, il confine del Parco piega a sud per via Francesco Nullo e prosegue lungo la medesima direzione percorrendo il terreno che porta a Cascina Bendoni. Prosegue a sud per duecento metri, fino a incrociare il tracciato stradale che si segue in direzione nord-ovest fino alla roggia vecchia: a questo punto, seguendo il percorso della roggia in direzione sud, incrocia la strada per Grassobbio e si dispone parallelamente alla stessa direzione sud-est fino al confine comunale con Grassobbio. Insomma, il percorso seriatese del fiume non è certo indifferente: «Noi ci occupiamo di registrare e di segnalare l’andamento idrico nei periodi di piena e in quelli di secca assoluta. Inoltre, studiamo la corrosione dell’alveo che, nel nostro tratto, è già a un livello di guardia. L’alveo si è infossato di sessanta centimetri, fino a formare buche profonde ben oltre i 140 centimetri, smuovendo anche alcuni massi sul lato dietro, subito dopo il ponte. Questo si è verificato a partire dal 1987, anno in cui le sponde di destra e di sinistra vennero rinforzate con una massicciata a ridosso dell’abitato del ponte vecchio, fino al salto della cascata».
Fortunatamente, la pavimentazione e il consolidamento delle pile centrali del ponte, che furono eseguite tra il 1981 e il 1983, resiste alle piene impetuose, nonostante la pavimentazione stia ormai scomparendo. «Così anche per il frangiflusso che in passato deviava parte dell’acqua sulle rogge: quella di destra finiva nelle campagne, quella di sinistra, oltre a irrigare la campagna di Cassinone, serviva anche a far girare la ruota del vecchio maglio (dove ora sorgono le piscine comunali). Non si tratta di un allarme, sia chiaro, ma questo fenomeno va osservato e monitorato ogni volta che si verifica una piena violenta». E tutti questi dati dove vengono registrati di preciso? Il luogo deputato a queste misurazioni è il ponte vecchio di via Italia: «Qui rileviamo quotidianamente la portata idrica, che varia in funzione delle condizioni climatiche, non avendo il Serio dei bacini a monte che possano garantire un livello costante» continua Valerio.
Una poesia per il Serio. L’attenzione verso il Serio non si limita per fortuna ai membri di questo gruppo: «L’uomo purtroppo ha influito più nel male che nel bene, anche se oggi, rispetto a un tempo, c’è più attenzione nei confronti del fiume e del suo stato, grazie anche all’interesse dell’amministrazione provinciale, che si è mossa con progetti e interventi per combattere l’inquinamento». Secondo il gruppo però, per garantire la salvaguardia e la stabilità dell’ecosistema dovrebbero essere valutati i quantitativi di prelievo a monte, in rapporto alla situazione del fiume a valle: «Non diciamo che sia qualcosa di facile, ma non è neppure impossibile». Il signor Pesenti ha anche dedicato al Serio una poesia a tema, Ol Sère de Seriàt: «Come l’è bel ol nost Seriàt/ quando ‘l ghe l’acqua ‘ndel Sère!/ La scor dal mut al pià,/ la va, la va, / ma la somèa semper lé./ Al fa pura quando l’è ‘n piena,/ al somèa ribelàs/ dol mal che i ghe fa/ quando d’estàt l’acqua/ i gla töl vià». Certo è che, oltre all’impegno, gli «Amici del Serio» ci mettono il cuore e cercano di effondere in tutti questo spirito: «Il Serio ha sempre bisogno di amici: sono veri quelli che rispettano il fiume, si prendono cura del territorio e dell’ambiente. Soprattutto è necessario pensare alle giovani generazioni, per dare continuità a iniziative importanti per il Serio, come la nostra».