Visit Bergamo aprirà un negozio in aeroporto (con delizie-ricordo di East Lombardy)
di Wainer Preda
L’idea è semplice quanto, si presume, efficace. Intercettare passeggeri e turisti in attesa del ritorno a casa, per vendergli prodotti ricordo e mostrargli quanto sia bello il nostro territorio per un futuro viaggio. Passa dall’aeroporto Caravaggio di Orio al Serio, la nuova iniziativa di marketing di VisitBergamo.
«Oltre al nostro infopoint agli arrivi - spiega l’amministratore delegato Christophe Sanchez - stiamo progettando un nuovo spazio alle partenze. Per renderlo attrattivo, pensiamo di dedicare gran parte dello spazio al “taste” e alla vendita dei nostri prodotti enogastronomici, dando ai piccoli produttori la possibilità di beneficiare della comunicazione e della presenza dell’aeroporto».
Il progetto è sperimentale. A lunga scadenza. A seconda dei risultati ottenuti, il format potrà cambiare. «Però c’è un aspetto fondamentale - spiega ancora Sanchez -. Lo scorso anno, il 70 per cento delle persone che è andato in viaggio e si è portato un souvenir a casa, ha scelto qualcosa di enogastronomico».
E nel settore formaggi, vini e ben di dio, la Bergamasca eccelle. «Puntare su questo settore è fondamentale. Abbiamo il Franciacorta, il nostro Moscato ma anche un sacco di consorzi di vini pregiati fantastici. Abbiamo tanti produttori, da far girare a rotazione, in modo da dar loro visibilità».
La spazio in aeroporto sarà grande un’ottantina di metri quadrati, quindi piuttosto ampio. Si chiamerà East Lombardy. Sì perché l’approccio, nel turismo anno domini 2021, deve essere integrato. «Non puoi più fare da solo - continua l’ad di Visit Bergamo -. Per essere attrattivi bisogna mostrare molti prodotti. Deve coinvolgere più territori. Bergamo, Brescia, Mantova e tutta la Lombardia Orientale. Se ci proponiamo come Bergamo e le sue montagne, come Lago di Garda e Lago d’Iseo, come Stradivari di Cremona, la nostra offerta turistica diventa sicuramente più attrattiva. Soprattutto tendendo conto che i turisti stranieri non hanno alcuna difficoltà a spostarsi per vedere qualcosa. Prenda un londinese: per andare a lavorare passa un’ora e mezza in metropolitana. Settanta chilometri per lui sono una bazzecola». E lo stesso vale per gli italiani. «Il turista atterrato a Bergamo, magari è andato a Milano e non ha visto la nostra città. Al ritorno, prima di imbarcarsi, però è facilmente contattabile, perché ha tempo da spendere in attesa».
Considerato che l’aeroporto di Orio, in condizioni normali, è il terzo d’Italia, i conti sono presto fatti. Sette milioni e mezzo di passeggeri in partenza, buona parte dei quali dopo una permanenza, lunga o breve che sia, al Nord Italia. «Ovviamente non li contatterai tutti, ma metti solo di contattarne il 30 per cento. E con un contatto diretto, one to one. Sì perché le persone che saranno nel nuovo infopoint gastronomico racconteranno un prodotto, ma anche un territorio. Oltre a venderti il prodotto, ti daranno anche un leaflet che mostra questa parte d’Italia in tutta la sua bellezza. E, probabilmente, la prossima volta, torni a vederla», conclude Sanchez.