Vite in libertà, vini indipendenti per due giorni dietro le sbarre

Hanno il gusto del paradosso linguistico, quelli del Circolo Maite, ancora una volta animatori di Città Alta grazie all’organizzazione di eventi fuori dall’ordinaria amministrazione del borgo antico (e turistico). Sabato 15 e domenica 16 presentano la seconda edizione di “Vite in libertà”, la fiera bergamasca di produttori di vini e cibi genuini organizzata con il patrocinio del Comune di Bergamo. Si parla di libertà ma ci si muove dietro le sbarre dell’ax Carcere di Sant’Agata. L’iniziativa raccoglie piccoli produttori da diverse regioni d’Italia (Lombardia, Piemonte, Toscana, Abruzzo, Marche ed Emilia Romagna) che puntano sulla qualità e sul rispetto per l’ambiente e per il territorio, con una distribuzione diretta e partecipata al di fuori della grande distribuzione. Cresce il numero di produttori aderenti rispetto all’edizione passata: quest’anno ci saranno 19 aziende vitivinicole e 3 di prodotti agricoli. Buona la presenza di produttori di vini naturali e biologici.




Oltre la fiera, però, c’è di più: visite guidate, concerti, degustazioni e presentazioni di prodotti e progetti. Il tutto costruito «intorno a un filo conduttore comune – scrivono gli organizzatori -, quello della vite (la pianta) e delle vite (delle persone), che incontra il tema della convivialità, intesa come momento libero e condiviso di consumo dei prodotti della vite».