A caccia di stelle

Da Vittorio sbarca anche in Cina e inaugura il ristorante a Shangai

Da Vittorio sbarca anche in Cina e inaugura il ristorante a Shangai
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Da Vittorio non si ferma più. Forte delle tre stelle Michelin a Brusaporto, parte alla conquista del mondo: dopo un primo passo, l’apertura a St Moritz presso il Carlton Hotel, forte già di una una stella), ecco il secondo, molto più lungo: Shanghai. Cina. Un’avventura annunciata già a ottobre dello scorso anno e che ora entra nel vivo: sabato 8 giugno si taglia il nastro. La squadra partita a marzo per la capitale economica del Paese più popoloso al mondo ha operato per lungo tempo nelle cucine di Da Vittorio, che restano il punto di riferimento per la formazione del personale impiegato nelle tante attività della famiglia Cerea, al centro di un gruppo che ha fatturato 18 milioni di euro nel 2018. E in futuro verrà aperto un altro ristorante a Macao, all’interno dell’albergo Palazzo Versace, tuttora in costruzione nella zona elitaria denominata “Gran Lisboa Palace”. Qui prenderanno posto 25 outlet ristorativi, affidati agli chef migliori del mondo.

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Chef Stefano Bacchelli. La brigata del nuovo locale è composta da 25 elementi che sono guidati dal cuoco Stefano Bacchelli. Toscano, classe 1987, Bacchelli è già stato executive chef dello stellato Da Vittorio Saint Moritz. Immancabili nel menù i capolavori hanno reso celebri i fratelli Bobo e Chicco Cerea come i “Paccheri alla Vittorio”. Il locale sorge al Bund, uno dei luoghi cult della bella vita cinese. Ottanta i coperti, con vista mozzafiato sullo skyline in riva del fiume Huangpu.

La forza di una famiglia. Un impero, ormai, quello dei Cerea, creato con l’allargamento del ristorante creato da papà Vittorio e mamma Bruna. I cinque fratelli sono impegnati nei vari rami del gruppo: Enrico e Roberto sono entrambi chef, Francesco si occupa della cantina e del catering, Rossella è responsabile dell’ospitalità nel ristorante e nell’albergo annesso al ristorante), mentre Barbara dirige Cavour 1880, il caffè pasticceria di Bergamo Alta. Centottanta i dipendenti, più gli esterni, trattati quasi come dei “fissi”.

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