Una camminata ai laghi di Carona
Foto di Angelo Corna
La conca che ospita il Rifugio Laghi Gemelli è uno dei luoghi più suggestivi e famosi delle nostre montagne. I due laghi, conosciuti in tutto il nord Italia e oltre, attirano ogni anno turisti, anche stranieri, che vengono a visitare questi due specchi d'acqua. Avvolti dalle bellissime montagne che ne fanno da cornice, ma anche da storie e leggende tramandate nel corso degli anni, i Laghi Gemelli sono punto di partenza di numerose escursioni, alcune anche alpinistiche, come la severa parete del Pizzo del Becco e la bastionata del Monte Corte. Un'escursione più facile e adatta a tutti, ma comunque di enorme soddisfazione e che vede la sua partenza dal rifugio omonimo, è invece il Giro dei Laghi. Con un minimo sforzo permette di visitare i meno conosciuti Lago Colombo, Lago Marcio, Lago del Becco e il Lago Piano delle Casere. Questi cinque bacini sono tutti di origine artificiale, costruiti dall'uomo nel corso degli anni per sfruttare l'energia elettrica prodotta dalla forza motrice dell’acqua. Spesso lasciati in disparte per i più famosi e blasonati Gemelli, nascondono invece angoli suggestivi e scorci meravigliosi sulle montagne dell’alta Val Brembana. Andiamo a scoprirli insieme.
Il Passo di Mezzeno
I Laghi gemelli visti dal passo.
L'escursione. Per raggiungere il punto di partenza di questa gita dobbiamo recarci al rifugio Laghi Gemelli. Abbiamo tre possibilità:
- Sentiero CAI 211, circa 3 ore di percorrenza con partenza dal paese di Carona.
- Sentiero CAI 212, circa 3,30 ore di percorrenza con partenza da Branzi.
- Sentiero CAI 215, circa 2 ore di percorrenza con partenza dalle Baite di Mezzeno (consigliato e descritto in questa escursione per compiere un giro ad anello).
Raggiunto il rifugio, che molto probabilmente già conosciamo per la sua bellezza ma anche per le sue specialità tipiche bergamasche, possiamo ancora una volta decidere di scegliere in base alle nostre forze. L'escursionista stanco potrà trovare riposo e decidere di trascorrere una giornata di vacanza sulle sponde dei bellissimi Laghi Gemelli, trascorrendo una notte alla baita gustando i tipici manicaretti orobici. Chi invece ha ancora benzina nelle gambe può proseguire il giro, che con un dislivello minimo e poco sforzo (ormai il grosso è fatto!) permette di visitare i restanti laghi. Il facile sentiero CAI 250 scende a sinistra del rifugio in direzione di Carona, portandoci in circa mezz’ora di comodo cammino alla conca che ospita il Lago Piano delle Casere (a sinistra) e il Lago Marcio (a destra), posti ai piedi del Pizzo dell’Orto e del Pizzo delle Orobie. In questa bellissima conca, prima delle costruzione dei due laghi artificiali, erano presenti le casere, piccole malghe adibite alla produzione del formaggio. La costruzione dell’odierno bacino a sepolto queste baite, ricostruite poi più a monte e regalando il nome al Lago Piano delle Casere. Una pausa per visitare la zona ed ammirare i due laghi è dovuta.
Lago Piano delle Casere
Lago Piano delle Casere
Lago Nero
Baracche sul Lago Nero
Recuperate le energie continuiamo sul segnavia CAI 250, che ci condurrà al piccolo Lago del Becco, posto in una bellissima torbiera leggermente più elevata rispetto ai due laghi di prima. Sempre in leggera salita si continua per la Valle di Gorno, costeggiando le severe pareti del Pizzo del Becco, custodite da stambecchi e caprioli, fino in prossimità di un ponticello metallico che permette di attraversare il sottostante torrente Borleggia. La diga del Lago Colombo è ormai visibile e poco distante, raggiungibile con un’ultimo, piccolo sforzo, che ripagherà l’escursionista con il panorama sul bellissimo lago e sul vicino passo d’Aviasco.
La discesa avviene sul largo sentiero che in circa mezz’ora conduce alla diga dei Laghi Gemelli. Se siamo pervenuti salendo dalle Baite di Mezzeno (consigliato) la scelta più appagante è quella di costeggiare i laghi in direzione del Passo dei Laghi Gemelli e raggiungere successivamente il Passo di Mezzeno, compiendo cosi un giro ad anello anche dei due famosi invasi orobici. Il ritorno avviene con il facile sentiero CAI 215, comune all’andata. Questo percorso tocca i 16 chilometri di cammino e i 1200 metri di dislivello. Può essere percorso in giornata in cinque/sei ore di cammino, previo un minimo di allenamento, o suddiviso in due giorni pernottando al Rifugio Laghi Gemelli, gestito da Maurizio Nava e Stefano Brignoli (0345.71.212).
Il Lago del Becco
Il Lago del Becco
La torbiera
Panorami
I cinque laghi. La diga del Lago del Becco è stata costruita tra il 1923 ed il 1925, ha un'estensione di 34mila metri quadrati e dispone di una portata di 230mila metri cubi. È la diga più piccola del comprensorio, con un'altezza di 14,5 metri. Il lago, tranquillo e poco frequentato, si trova a un'altezza di 1872 metri e giace ai piedi del Pizzo del Becco, da cui prende il nome. La diga del Lago Marcio raggiunge i 17 metri di altezza ed è stata realizzata tra il 1923 e il 1925. La sua portata è di 850mila metri cubi e il nome che porta non gli rende giustizia, essendo in verità un lago molto bello. Si trova a un'altezza di 1841 metri sul livello del mare. In inverno inoltrato, quando la coltre di ghiaccio è sufficientemente spessa, gli scialpinisti lo attraversano in diagonale da est a ovest. La diga del Lago Colombo vede la sua costruzione tra il 1924 ed il 1928. Il lago si trova ad un'altitudine di 2046 metri, ha un'estensione di 144mila metri quadrati e una capacità di quasi 3 milioni di metri cubi d'acqua.
Lago Colombo
Lago Colombo
Sulla via del ritorno
Sulla via del ritorno
La diga del Lago delle Casere si trova a metri 1841 ed il suo invaso è di 120mila metri quadrati e la sua capacità quasi 2,5 milioni di metri cubi. È stata costruita nel periodo dal 1941 al 1946 ed è alta 40 metri. La diga dei Laghi Gemelli è il più grande bacino del sistema idroelettrico brembano. Ha una lunghezza di 198 metri e una capacità di invaso pari a 7 milioni di metri cubi di acqua. Le sue acque, come quelle dei quattro laghi limitrofi, confluiscono tutte nel bacino di Saregnana. Questo sistema idroelettrico è stato concepito all'inizio del novecento per fornire energia alle industrie della zona, convogliando l'acqua presente da dieci dighe artificiali presenti in Val Brembana in un unico grande bacino, il Lago di Sardegnana. Le dighe invasavano complessivamente 22 milioni di metri cubi di acqua all'anno, che alimentavano le turbine della sottostante centrale di Carona. Tutt'ora la producibilità media annua è pari a 83 milioni di kWh, sufficienti al fabbisogno di circa 30mila famiglie.
Le torbiere di alta quota. La torbiera è un ambiente interessato da grande abbondanza d'acqua, che lo rende quindi acquitrinoso e propenso alla sviluppo di microorganismi e forme vegetali difficili da vedere in altri luoghi. I geologi le considerano veri e propri archivi naturali. Lungo il percorso è possibile osservare le torbiere del Lago Marcio e del Lago del Becco, particolarmente interessanti per la presenza del Giuncastrello delle Torbiere, della Viola Palustre e della Drosera a foglie rotonde.