La nuova aula magna in S. Agostino Un suggestivo sguardo in anteprima
[Foto ©Devid Rotasperti]
In una città come Bergamo, che sa far coesistere mirabilmente passato e futuro, da lunedì 21 settembre ci sarà un nuovo luogo emblematico dell’incontro armonico tra tutela amorevole delle bellezze antiche e proiezione fertile verso il futuro. Le due cose non si escludono a vicenda e ne è prova la nuova aula magna dell’Università di Bergamo, che sarà collocata niente meno che nell’ex chiesa di Sant’Agostino (attiva dal 1290 al 1797). Intanto, oggi, 18 settembre, nel pomeriggio il Comune la consegnerà ufficialmente all'Università. Vivere, lavorare, studiare a Bergamo è sempre un po’ speciale: i ritmi tambureggianti, a volte soffocanti, della modernità devono fare un passo indietro di fronte alle forme e alle imposizioni delle strutture antiche che si impongono sul reticolo urbano. La saggezza delle amministrazioni e dei privati ha saputo riformulare questi possibili ostacoli allo sviluppo in una risorsa, in un tratto peculiare che rende Bergamo unica. L’Università della città non fa eccezione rispetto a questa regola tutta bergamasca: gli studenti di diverse facoltà, beati loro, devono infatti muoversi nei vicoli di Città Alta per spostarsi da un’aula all’altra. Bergamo scongiura l’appiattimento della vita moderna proprio grazie a questi tratti peculiari; inoltre, utilizzando strutture antiche per funzioni attuali le riqualifica e le mantiene vive, frequentate, risonanti di voci.
Restituire un altro luogo storico. Questa filosofia della riqualificazione più attenta ha già portato a nuovo splendore diversi edifici storici della città. Come afferma l’assessore ai lavori pubblici Marco Brembilla: «Dopo l’Accademia Carrara e Astino, restituiamo un altro luogo storico alla città, grazie alla sinergia tra Università e Comune [2 milioni di costo pagati interamente dall’Ateneo, ma il Comune pagherà il suo utilizzo dell’aula scalando il costo dal contratto di locazione, ndr], una collaborazione che va avanti da anni. Un luogo anche storicamente simbolico, che ha avuto delle vicissitudini enormi. Coloro i quali se ne sono occupati, i progettisti, il direttore dei lavori, la Soprintendenza, sono riusciti veramente a realizzare un’opera straordinaria. Il primo impatto che ho ogni volta che entro mi impone il silenzio, per ammirare e guardare questo luogo d’una bellezza unica». Questa magnifica aula sarà aperta in concomitanza del nuovo anno accademico, che prende avvio lunedì 21 settembre. Un inizio dei corsi all’insegna dello stupore rapito per i fortunati studenti che potranno vivere quotidianamente questo luogo.
Una sinfonia della bellezza. Un luogo simile, realizzato con la supervisione degli architetti Amedeo Bellini e Marcello Sita, oltre che dell’incaricato dalla Soprintendenza di Milano Giuseppe Napoleone, mette in evidenza una serie di elementi di pregio, tra l’artistico, l’archeologico e il moderno. Gli affreschi antichi, gli archi e la struttura in sé della chiesa ci inebriano per la loro bellezza artistica; c’è un grande pannello che ci mostra gli scavi sotto il pavimento, dove sono stati rinvenute un centinaio di tombe e un muro antico; infine, i pregi d’arredo nuovi, le 540 poltroncine fissate su binari, il telo per proiezioni che esce dal palco in faggio, il video proiettore sopra la bussola di vetro all’ingresso, i lampadari. Queste scintille di bellezza si sposano con la filosofia del recupero e della riqualificazione, anche da un punto di vista educativo. Come spiega Stefano Paleari, rettore dell’Università: «La bellezza è anche sostanza, la cura dei luoghi è un eccellente modo per educare le giovani generazioni alla bellezza. La sfida di quest'aula magna così splendida è duplice: educa al bello e invita a preservare un luogo tanto ricco di storia, di arte, di fede, di cultura».
Fatta da bergamaschi. Un tratto comune a diverse opere pubbliche realizzate in questi ultimi tempi è la scelta di affidare i lavori ad aziende del territorio, sia per dare lavoro ai nostri concittadini, sia per un simbolico senso della sacralità delle nostre materie prime, che non possono non andare a strutturare le nuove opere. Anche questo è un legame saldo tra arcaico e futuribile. Ci viene in mente la Green House di Zogno, ma anche la casa di riposo Don Palla; realizzate col legno e la pietra delle nostre valli. La nuova aula magna non fa eccezione e, anzi, porta a sublimazione questa virtuosa tendenza: un falegname bergamasco ha realizzato il grande portone di castagno all’ingresso; hanno lavorato qui la Benis Costruzioni Srl e la Cinearredo Zambelli di Telgate; il riscaldamento a terra è stato installato dalla Ghidotti Impianti di Fara Gera d’Adda; gli impianti elettrici sono opera della Madaschi di Gorle. Ancor più emozionante è osservare il pavimento di marmo grigio orobico di Ardesio.
Per gli studenti, ma non solo. Tutto è pensato per dare agli studenti un luogo vivibile a 360 gradi. Al centro del chiostro è stato creato un prato che nelle speranze del rettore sarà utilizzato dai giovani frequentatori per riposarsi, divertirsi, studiare, o semplicemente fermarsi in compagnia. Un’aula su misura per gli universitari, ma destinata anche ad altre finalità: vista la sua bellezza va sfruttata al meglio. L’inaugurazione di Bergamo Scienza sarà ambientata proprio qui e anche l’assemblea di Confindustria del 5 ottobre utilizzerà questa splendida aula. Inoltre, in Comune c’è chi vorrebbe aprirla alla cittadinanza per visite guidate la domenica.