Il museo di Lovere

La splendida collezione della Tadini (da vedere ora, a restauro finito)

La splendida collezione della Tadini (da vedere ora, a restauro finito)
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Antiche bellezze tornano a risplendere. Sabato scorso è stato inaugurato il restaurato Gabinetto archeologico dell’Accademia Tadini di Lovere. Chiuso dall’ottobre 2015, restituisce ora al pubblico la collezione archeologica del conte Tadini, che comprende prevalentemente reperti di età greca e romana acquistati dal nobile nell'ultimo decennio del Settecento. Erano presenti all’evento varie autorità locali: il direttore e il presidente dell’Accademia Tadini, il sindaco di Lovere, ma anche figure di rilevanza regionale come l’Assessore della Lombardia a Culture Identità Autonomie, Cristina Cappellini, e il Direttore della Soprintendenza Archeologica della Lombardia, Filippo Maria Gambari. «Questa inaugurazione riporta alla luce una collezione importante per questa Accademia che, oltre a essere una tra le più antiche della Lombardia, costituisce un polo culturale di grande bellezza e di grande qualità per il territorio e non solo» ha dichiarato l’Assessore regionale.

 

 

La collezione e il palazzo. Dopo alcuni mesi di lavori può quindi essere nuovamente visitata la collezione archeologica del conte Tadini. I reperti, principalmente greci e romani, furono acquistati dal Tadini durante il suo viaggio in Italia tra il 1793 e il 1797, soprattutto nelle soste a Roma e a Napoli. È una delle collezioni più antiche presenti in Lombardia insieme a quella dell’Università di Pavia e costituisce una preziosa documentazione della nascita dell’archeologia nel territorio dei Laghi Bergamaschi. La provenienza dei reperti è diversificata: abbiamo ad esempio un’ascia ad occhio della Calabria, timbri di bronzo romani dell’Italia centrale, ceramiche del sud Italia, apule, ma anche attiche e corinzie. I materiali preistorici sono stati recentemente studiati: provengono anch’essi dalle zone centrali o meridionali della Penisola. La presenza di alcuni reperti per i quali si possono proporre confronti con l’area settentrionale o con la provincia di Bergamo suggerisce che Luigi Tadini abbia accolto anche materiali di provenienza locale. Restano ancora da studiare i bronzetti e le sculture in marmo.

Il palazzo neoclassico che la ospita è stato edificato per volontà dello stesso conte Tadini, che intendeva dare degna collocazione ai numerosi oggetti d’arte che possedeva. Sorse di fianco a palazzo Barboglio, antica residenza lacustre della famiglia. Nel 1829, con l’apertura del testamento, vennero istituite formalmente l’Accademia e le scuole di musica e disegno. Oltre ai reperti archeologici, sono presenti sezioni dedicate ad Antonio Canova, a Giovanni Maria Benzoni, e al gusto neoclassico, con porcellane di pregio. La galleria dei dipinti è invece suddivisa secondo criteri cronologici e comprende opere dei secoli che vanno dal Quattrocento al Settecento.

 

gabinetto archeologico

Il gabinetto archeologico restaurato.

 

Il restauro. I lavori hanno interessato principalmente le sale del Gabinetto archeologico, con interventi sui dipinti parietali realizzati dello scenografo teatrale Luigi Dell'Era nel 1826, con motivi ispirati alle decorazioni di Ercolano e Pompei. Sono state poi ripristinate e adeguate agli standard attuali le vetrine antiche e gli armadi espositivi in legno del primo Ottocento. L'allestimento dei reperti è stato mantenuto invariato ove possibile, essendo esso stesso raro, antico e quindi di valore. Sono stati sostituiti soltanto gli infissi e l’illuminazione. Le sale restaurate potranno in futuro ospitare anche quei materiali provenienti dagli scavi della necropoli di Lovere: rinvenuti nel 1955 e nel 1973, sono ancora in attesa di una collocazione definitiva. L'intervento ha interessato anche il Ridotto, la Galleria delle armi, la Sala dei paesaggi, il Gabinetto delle Sculture e la Sala Canova dell'Accademia Tadini. Il costo complessivo è stato di 150mila euro; la Fondazione Cariplo ha sostenuto una parte della spesa.

 

 

Il conte Tadini. Il fondatore dell’Accademia non era un bergamasco. Nato a Verona nel 1745, Luigi Tadini faceva parte di una famiglia di aristocratici cremaschi. Risiedeva abitualmente a Crema, ma frequentava diverse città del nord Italia (Milano, Venezia, Verona), spinto dal suo forte interesse per la cultura. Nell’ultimo decennio del Settecento intraprese un viaggio culturale nella Penisola insieme alla moglie e al figlio Faustino, per completarne l’educazione dopo il diploma presso il Collegio Mariano di Bergamo. Le tappe furono quelle del classico Grand Tour: Bologna, Firenze, Roma, Napoli. Nel 1794 incontrarono Canova a Roma; molti anni dopo lo scultore realizzerà la Stele Tadini, in memoria del figlio del conte. Dopo la morte di quest’ultimo, avvenuta nel 1799, Tadini si dedicò completamente alla raccolta di opere d’arte e di libri al fine di fondare un museo a Crema. Nel 1821 però, in seguito a contrasti di natura politica con alcuni concittadini, decise di trasferire la collezione a Lovere.

Quando visitare l’Accademia. L’Accademia Tadini di Lovere è aperta da maggio a settembre, da martedì a sabato, dalle 15 alle 19. La domenica e i festivi sarà possibile visitarla dalle 10 alle 12 e dalle 15 alle 19. Il biglietto d’ingresso costa 7 euro intero, 5 euro ridotto. La prima domenica del mese, da aprile a ottobre, l’ingresso alla Galleria è gratuito. Per informazioni telefonare al numero 035.962780, oppure scrivere alla mail direzione@accademiatadini.it.

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