L'#hashtag che ha cambiato la musica a Bergamo

«Chi dice che a Bergamo non c'è mai niente da fare è perché non la conosce bene. La nostra è una delle città più socialmente attive che io conosca». E a dirlo è uno che il Paese l'ha girato in lungo e in largo, a bordo di furgoncini scassati e al fianco di band più o meno note. Del resto, quando ti occupi di musica da 18 anni si può dire che ti sei fatto un bel tour dell'Italia nottambula, quella fatta di decibel che rimbalzano dalle casse e di birre bevute fronte palco. Alessandro Giovanniello, per tutti semplicemente Alez, conosce il mondo "underground" (come va di moda dire oggi) della musica italiana come pochi. Ha 38 anni e le note tatuate sul cuore, nel senso che da quando era ventenne ha sempre vissuto in prima persona il dietro le quinte di una canzone suonata sul palco di un festival o negli angoli dei pub.
[Alessandro Giovanniello, per tutti Alez]
Da dove nasce #hashtag. Ma dicevamo, Bergamo. Alez ha una certezza: «In città e nella provincia ci sono un sacco di locali che propongono musica dal vivo, eventi molto interessanti, laboratori. Ci sono poche altre città che offrono così tante attività, soprattutto musicali. D'estate poi è una cosa incredibile, ogni paese ha praticamente il suo festival. Il vero problema, al massimo, è il coordinamento di tutta questa offerta». Mettere ordine insomma, per permettere a ogni evento di avere la giusta visibilità e a tutti gli appassionati di sapere sempre cosa trovare e dove. Da questa riflessione nasce, nel 2014, #hashtag, nome ben noto a chi ama ascoltare buona musica nella Bergamasca. Ma #hashtag non è solo una risposta alle necessità di un territorio, è anche il punto di arrivo (per ora) di un cammino iniziato 20 anni fa da Alez. E per capire #hashtag bisogna conoscere colui che gli ha dato i natali.
Il viaggio in note di Alez. Alez è di Bottanuco e vive a Bottanuco. Cresciuto fra il Milan di Sacchi e il rock italiano dei primi anni '90, a 18 anni, con i soldi di un resto sbagliato ricevuto comprando una birra in un piccolo festival di provincia, acquista il cd del gruppo che sta suonando in quel momento: l'album è Il Vile dei Marlene Kuntz e il festival è il Rock Island. L'anno successivo entra, giovanissimo, a far parte del direttivo di quello stesso festival di cui, dal 2004 al 2011, sarà direttore artistico. È proprio Alez, con la sua passione, a trasformare il Rock Island in uno dei più importanti eventi rock indipendenti a livello nazionale, portando a Bottanuco il meglio della scena musicale italiana. È l'inizio del suo viaggio. Nel 2005 fonda l'etichetta discografica indipendente IlReNonSiDiverte, che guiderà fino al 2007, mentre nel 2008 è direttore artistico di Neverland, progetto patrocinato da vari enti bergamaschi che farà registrare oltre 15mila presenze in una sola giornata. Da quell'esperienza, nel 2009, Alez fonda Neverlab, marchio che punta tutto sulla qualità attraverso il quale il ragazzo gestisce serate musicali in diversi contesti della provincia lombarda (dal Bloom di Mezzago al Polaresco di Bergamo, passando attraverso il Castello di Solza, il Parco della Trucca e altri, senza dimenticare il festival Neverland Primo Maggio che rimane l'evento di punta del marchio) e segue il management e la produzione di alcune band di prospettiva concedendosi anche alcune aperture verso il mondo della letteratura e della musica avant. Neverlab si rivela la fase embrionale del suo successivo progetto, #hashtag appunto.
«Sì, il nome è un po' paraculo, strizza l'occhio alla moda social di oggi. Ma in realtà ci casca a pennello e non è stato affatto scelto a caso» ci spiega Alez. Perché #hashtag, proprio come il cancelletto usato su Twitter&Co., ha l'obiettivo di riunire sotto un'unica ala quanto di meglio possa offrire un territorio in termini di offerta musicale. Il marchio fondato tra la fine del 2013 e l'inizio del 2014 da Alez è una rete in grado di raggruppare eventi, festival, locali, band, artisti e dischi. Forte della sua esperienza più che decennale come promoter, Alez si mette in testa di riuscire a dare un ordine al caotico ma vivissimo sottobosco musicale orobico. «A mio parere Bergamo aveva una necessità artistica: avere un filo conduttore tra le tantissime offerte, così che anche le richieste del pubblico potessero essere pienamente soddisfatte» ci spiega.
Tutto il mondo di #hashtag. La gestione di eventi sul territorio è la base, su cui presto però è nata una struttura ben più articolata: #hashtag è oggi una guida, un punto di riferimento, che fa anche booking e management a molte band che hanno già girato l'Italia in lungo e in largo. Il primo gruppo che #hashtag ha aiutato a crescere (e di cui ha prodotto due album) sono stati i Verbal. Oggi ci sono anche i Claudia is on the sofa, Moostroo, Bangarang!, Silence, exile e cunning, Endrigo, Teich, Le gros ballon e Le Capre a Sonagli. Col tempo, dunque, Alez s'è trasformato un po' anche in talent scout musicale: «L'organizzazione di eventi rappresenta il mercato in ingresso, ciò che crea spazio. Era normale, a quel punto, trovare la via del mercato in uscita, ovvero la produzione e il supporto a band emergenti. Come scegliamo i gruppi da supportare? La prima scrematura è artistica: se non sei bravo è impossibile. Ma purtroppo essere bravi non basta. I miei gusti musicali non c'entrano, bisogna anche guardare il mercato e cosa chiede in quel momento. La seconda scrematura, quindi, è più "commerciale" diciamo». Alez però ci tiene a sottolineare che non è un discorso di soldi: «Io e le altre persone che collaborano con me non prendiamo un euro. #hashtag al massimo riceve dei rimborsi spese. Tutti abbiamo un altro lavoro, questa è una passione, volutamente. Il nostro obiettivo, ciò per cui lavoriamo, è offrire qualcosa di bello al pubblico e aiutare band meritevoli a raggiungere strutture che le aiutino a fare il grande salto. Per questo guardare al mercato è fondamentale, anche se a noi non ci torna indietro nulla dal punto di vista economico».
Più o meno lo stesso discorso va fatto per un altro settore di cui si occupa #hashtag, ovvero la direzione musicale: «Se dovessi seguire soltanto i miei gusti musicali chiuderemmo - scherza Alez -. In realtà il lavoro è molto delicato. Prima di fare un'offerta musicale bisogna studiare varie cose: quale sarà il pubblico di riferimento, qual è il messaggio che si vuole trasmettere, quale vuole essere l'obiettivo di chi organizza. Una volta uniti i puntini, si può iniziare a lavorare sui nomi da portare». Un'attenzione ai particolari, ai gusti della piazza e alla musica in senso lato che hanno portato ben presto #hashtag a guardare al di là di Città Alta. Oggi la rete messa in piedi da Alez lavora tantissimo anche nelle province di Brescia, Milano, Lecco e Monza-Brianza. Passione e professionalità sono il segreto del gruppo che ruota attorno ad Alez e alla sua esperienza. Una ventina di persone che supportano il progetto: da chi imbraccia una chitarra a chi realizza grafiche e locandine, da chi lavora per l'ufficio stampa a chi si occupa del booking e della promozione dei concerti. Una rete, appunto.
[Un assaggio di rassegne estive di #hashtag]




La ricca estate di concerti nella Bergamasca. Con questi ingredienti non può che venir fuori un piatto gustoso e goloso. I numerosi eventi firmati #hashtag fanno segnare quasi sempre il tutto esaurito. E l'estate 2016 siamo certi che non sarà da meno. Proprio in questi giorni, al Maite di Città Alta, Alez e il suo team si sono occupati della rassegna "Calligrafie", tre serate di musica al femminile con Sara Velardo, Claudia Ferretti e Ilaria Pastore. Ma con la fine di maggio parte anche il lungo viaggio estivo di #hashtag, fatto di quasi un centinaio di concerti organizzati e diretti soltanto nella provincia bergamasca. In città merita una menzione la rassegna "ParcoScenico" in collaborazione con Bergamo Altra Estate e il Cocolele Green Village che aprirà i battenti a inizio giugno all'interno del Parco Goisis: 8 giovedì e un lunedì di musica live di eccelsa qualità, offerta gratuitamente. Il programma vanta nomi quali Chiara Dello Iacovo (fresca dell'esperienza sanremese), Nicolò Agliardi (noto per aver realizzato la colonna sonora della serie tv di successo Braccialetti Rossi) e Guido Catalano, artista incredibile da sold-out in tutta Italia. La rassegna dovrebbe essere inaugurata il 16 giugno niente di meno che da Omar Pedrini, ma a causa di un imprevisto la data potrebbe subire una variazione. Attendiamo sviluppi.
Quel che è certo è che Alez e i ragazzi di #hashtag stanno lavorando sodo per noi. Indiscrezioni dicono che, a metà luglio, un nome di spicco potrebbe calcare il palco dell'Ambria Music Festival 2016. Chi? I Marlene Kuntz. Alez, a precisa domanda, sorride e basta. Fate voi. A un'altra domanda, invece, ci risponde con trasporto: quali concerti della lunga estate bergamasca non potremo assolutamente perderci? «Bella domanda. Ce ne sono veramente tantissimi. Per gusto personale e orgoglio nell'essere riusciti a farli entrare a far parte del nostro progetto, però, direi Guido Catalano al Parco Goisis (il 14 luglio) e gli Zu all'Edoné (il 2 luglio), una band italiana nei componenti ma estera nello spirito e veramente imperdibile». Vi siete segnati le date in agenda? Bravi. Nel caso, seguite l'#hashtag.