La notte bianca dell'arte in foto La città tra incanto e stupore

Abbiamo voluto raccontare in due modi la "Notte bianca dell'arte" che si è tenuta a Bergamo sabato 11 luglio. Il primo con le immagini, il secondo con le parole (e relative foto). Ad Antonio Milesi, fotografo appena entato a far parte della squadra di Bergamopost, abbiamo chiesto di documentare lo stupore delle persone, piccoli e grandi, di fronte a qualcosa di bello e inatteso che accadeva davanti ai loro occhi. Fabio Busi, invece, penna felice e di notevole sensibilità, ha percorso un itinerario scegliendo alcune fra le tante iniziative in programma e ne ha fissato in poche righe i passi e i momenti. Il risultato ci sembra più che apprezzabile.
Lo stupore
















il famoso scultore Ugo Riva a fianco di una sua opera subito dopo l'inaugurazione della sua mostra presso la sede del Credito Bergamasco;
















Il viaggio
Salendo con la funicolare si respira subito un'aria internazionale, saranno persone in arrivo da Expo? Coppiette spagnole, tre coppie di energici anziani di lingua germanica. Scendiamo e dopo pochi passi si sentono parole italiane pronunciate in francese (raviolì). Attraversiamo Piazza Vecchia che ferve di preparativi e ci infiliamo in via San Salvatore per raggiungere la Sala Piatti: ci immergiamo repentinamente in un'atmosfera di silenziosa bellezza, come entrare nelle segrete stanze dell'arte più preziosa.
Ore 18. Iniziamo quindi la serata all'insegna dell’eleganza classica, con tre pezzi di Beethoven suonati al pianoforte da Filippo Gorini, uno che ha già suonato nella Sala Grande del Conservatorio di Mosca. Il ragazzo, 20 anni, si presenta da solo e annuncia novanta minuti di musica impegnativa. La magia irrompe subito nella sala. Viene voglia di piangere. Si prova un senso di vertigine di fronte alla bravura del ragazzo, che fa vivere la musica al pubblico e non solo sentirla. Si rimane imbambolati a fissargli le mani che vibrano. Le note dolci vengo continuamente spezzate da violenti scatti d'ira nel secondo brano (Bagatelle op. 126), suggerendoci con grande efficacia gli umori del compositore tedesco.
Ore 18.40. Ci tocca scappare, vorremmo stare tutta la sera a farci accarezzare da queste note celestiali, ma Art2night non aspetta. Torniamo indietro in Piazza Vecchia, ma passando per la sede dell'Università. Via Colleoni è inebriata dalle musiche di alcuni musicisti di strada. Saliamo le antiche scale del Palazzo della Ragione per visitare la mostra Vivere la città, ma l'inserviente ci ferma. Alle 19 chiudono, per poi riaprire alle 20. Ok, errore nostro. Poco male, ci rituffiamo nelle viuzze. Cosa potremmo guardare? Qui vicino c'è la Fontana del Lantro. Andiamo! Uscendo rimaniamo incantati dallo scorcio della Basilica dalla cima delle scale.
Ore 19. Scendiamo lungo la bella via San Lorenzo, ammirando il maestoso tratto di mura che la fiancheggia e pensando con angoscia a quando dovremo rifarla in salita. Arriviamo a via della Boccola e il silenzio si fa incredibile. Ci accompagna il frinire delle cicale. Entriamo nella cripta della fontana e la magia ci avvolge insieme alla frescura. Adesso è il suono cristallino dell'acqua che gocciola a farci compagnia. Un luogo quasi mistico e molto antico. Trasuda antichità.
Usciamo e siamo noi a sudare, ci eravamo abituati al microclima della fontana. Ora ci aspetta una bella scarpinata fino a Sant'Agostino per il laboratorio orizzontale. Per ora ci godiamo ancora un po' di discesa lungo via della Fara.












Ore 20. Ci abbiamo messo un po' a trovare il luogo del laboratorio, perché purtroppo c'era un solo partecipante. Ma per fortuna all'ultimo sono arrivate altre sei persone. Viene voglia anche a noi di sdraiarci su un bel materassino e rilassarci in mezzo al verde, ma è già tempo di scappare. Tra poco inizia un concertino niente male su nel cuore di Città Alta. Intanto dall'altra parte si prepara il concerto dei Merqury, cover band dei Queen. Serata dell'arte ma anche dello sport, visti i chilometri macinati. Risalendo incrociamo l'ingresso della cannoniera della Fara, ma fa troppa paura. Un'apertura poco più larga di un tombino. Un bimbo coraggioso sta guardando giù, tenendo il papà per la mano.
Ore 20.30. Le campane suonano le 20.30, inizia la musica. Anche questo concerto, come il primo al pianoforte, è a cura del Conservatorio e la magia austera della musica colta si sente subito, pareggiata solo dalla severità dell'Aula Picta. Gli eventi finora non hanno visto partecipazioni molto folte di pubblico, ma questo concertino ha riscosso successo, tanto che sono state aggiunge altre sedie. Il musicista è eccezionale, con la sola chitarra acustica crea melodie complesse ed ammalianti.
Ore 21. Inizia un concerto ben diverso, la raffinatezza lascia spazio al divertimento più stradaiolo. Suonano i Bagheter, con le loro particolari cornamuse. Via Colleoni che porta a Piazza Mascheroni è ora davvero affollata. Bar e ristoranti lavorano alla grande, i negozi tengono aperto. I bambini mangiano il gelato, le coppiette si scattano infiniti selfie. In Piazza Vecchia tiene banco un performer di strada. Di fronte, sotto il porticato della Biblioteca Angelo Mai, si respira alta letteratura. Ci sono in vendita tanti bei libri, con una particolare attenzione al Tasso. All'interno l'antichità è visibile sulle carte geografiche cinque/sei/settecentesche in esposizione.
Ore 21.30. Torniamo al Palazzo della Ragione, mentre per la Piazza passano giocolieri in monociclo con luci al neon. La mostra Vivere la città è interessante, la sezione dedicata a Bergamo ha delle splendide foto. Leggiamo che Bergamo è «testimonianza di un rapporto unico tra insediamento e paesaggio». Grande verità.
Ore 22. Quando usciamo è calato il buio. Si sentono musiche goliardiche provenire dalle vie, intanto la gente ha preso posto in Piazza Vecchia, ora affollata per il concerto dedicato a Mina e Faber. Ma noi vogliamo chiudere in bellezza (e fatica, visti i molti scalini) con la vista della città dall'alto del Campanone. L'estasi finale e la pace che la vista trasmette ci fanno dire che ne è valsa la pena.



