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A Seriate ora è una vera Oasi Verde Gli esibizionisti solo un ricordo

A Seriate ora è una vera Oasi Verde Gli esibizionisti solo un ricordo
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Una sconfinata distesa pratosa, il vociare di qualche bambino sui giochi, un cane che abbaia forse per aver intravisto una delle lepri che, talvolta, si nascondono nella brughiera o, più banalmente, per aver scorto l’ombra di uno dei gatti del circondario, i quali impunemente frequentano il parco. Siamo all’Oasi Verde di Seriate, sulla sponda sinistra del fiume Serio, in via Lazzaretto. Si tratta del parco più esteso della città, frequentatissimo nei mesi estivi da coloro che, seriatesi e non, cercano un angolo di verde tranquillo, in cui svagarsi, passeggiare o riposare.

Un parco pubblico. «Prima questo era un campo tenuto da privati - precisa il signor Luciano Galega, gestore del chiosco del parco -, e c’erano persino le mucche. Era cinto dal muro che ancora resta e circonda parte del parco, mentre una parte era boschiva». Come ogni parco pubblico ha le sue regole, ad esempio niente auto lungo la strada che porta al campo di tiro, a causa del divieto di accesso e di transito in via Lazzaretto, dopo l’entrata del centro di smaltimento rifiuti, tranne ovviamente per residenti e autorizzati. Particolarmente sentito - e rimarcato - negli ultimi tempi è il divieto di esporsi senza costume o in topless, nonostante non sia affatto proibito prendere il sole. In questi giorni la gente che osa stendere una salvietta sull’erba in virtù dell’abbronzatura è davvero poca: l’afa di queste ultime due settimane e la partenza per le ferie hanno fatto calare drasticamente il numero di persone che frequentano il parco, «ma è normale assistere a un calo in questo periodo», tranquillizza il gestore.

 

 

I casi di esibizionismo. Non sono certo stati i recenti episodi di esibizionismo ad allontanare le persone: «Tutti sanno che ci sono certe frequentazioni, da sempre, quindi non si è diffuso il panico nella zona dell’Oasi 1 - spiega il signor Galega - . Infatti gli episodi rilevati sono verso il confine con Grassobbio, già nell’Oasi 2, e chi si avventura nelle parti più nascoste di quelle aree sa che corre il rischio di intravedere qualche esibizionista». E, di norma, non si incontra nessun aitante giovane adone, ma solo over 65, come testimoniano le sanzioni della Polizia locale, che hanno colpito tre individui trovati in riva al fiume senza indossare alcun costume. Effettivamente, addentrandosi tra quei sentieri, gli angoli celati da rovi e cespugli sono molti: si incontrano ragazzi sudati che sfidano il caldo a passo di corsa, qualche ciclista, alcuni volontari del vicino canile impegnati a portare gli ospiti pelosi all’aria aperta per una passeggiata, ma anche un paio di distinti signori di mezza età a spasso tra i sentieri. Non si voglia per forza pensar male, ma semplice camminata post lavoro oppure… In ogni caso, al di là delle offese al pudore, una passeggiata con o senza secondi fini non lede nessuno.

Solo qualcuno è rimasto davvero segnato da un incontro risalente all’anno scorso, sempre nella zona incriminata, verso Grassobbio: le figlie della signora Giovanna Savoldi avevano infatti incontrato un esibizionista che, sotto un cappotto, non aveva nulla. «L’episodio ha segnato le ragazze e sinceramente nemmeno io mi sono più recata all’Oasi, neppure per una passeggiata», si rammarica la signora. Ci si auspica che, con i nuovi e quotidiani controlli che stanno svolgendo le Forze dell’Ordine, non succedano più episodi simili.

 

 

Il problema delle frequentazioni. Permane il divieto di accesso nel parco tra la mezzanotte e mezza e le sette del mattino: fino a qualche anno fa il divieto era esteso dalla mezzanotte, ma le attività del chiosco chiudono a quell’ora e, in questo modo, c’è un lasso di tempo utile per andarsene. «Abbiamo avuto qualche raro episodio di schiamazzo notturno in passato, ma abbiamo sempre segnalato il fatto ai carabinieri, che sono intervenuti: non sono certo i ragazzi che si fermano per una chiacchierata di notte a preoccuparci, ma quelli che arrivano dopo le tre o le quattro, spesso ubriachi. Io comunque resto a controllare e mando via chi rimane oltre l’orario permesso», racconta il gestore. «All’inizio, quando il parco era appena stato creato, abbiamo avuto problemi relativamente a cattive frequentazioni, sia serali sia diurne - continua Galega -, ma pian piano c’è stata una scrematura, ci siamo impegnati ad allontanare certe persone, ora è un parco che ha come primi utenti famiglie con bambini e ragazzi o studenti. Da aprile fino all’inizio della scuola, il parco è sempre pieno: tutte le sere arriviamo a sfornare un centinaio di pizze».

 

 

La questione rifiuti. E sono tante le persone che vengono a fare un giro serale: alle 20 arrivano i primi clienti, ora in cui si avvicina il buio, mentre attorno alle 21 tutti i parcheggi dei dintorni sono pieni, le auto si fermano addirittura ad attendere il primo posto libero. Com’è normale che sia, più persone ci sono, più i rifiuti aumentano: «È il Comune che si occupa della pulizia dell’area: ora va meglio, ma tempo addietro abbiamo spesso rilevato che i cestini non venivano svuotati abbastanza spesso. Naturalmente le aree attorno al chiosco sono di nostra competenza, ma ci occupiamo anche di pulire le aree verdi, raccogliendo i rifiuti che ogni sera troviamo sparsi», precisa la signora Armanda Piaggio, che, con il compagno Luciano e Umberto Galega, gestisce il chiosco. Oltre il ponte nuovo, il problema non è tanto lo svuotamento dei cestini, ma la scarsità: «Dopo il ponte, arrivando da via Lazzaretto, il percorso è privo di fonti d’acqua e di cestini: noi percorriamo perlopiù la parte tra prati, evitando il percorso più in alto, difficile da fare a piedi e ancor di più se accompagnati da cani, a causa delle numerose biciclette. Diciamo che è un percorso più adatto alle bici, quello sotto più per i pedoni, ma, salvo nel primo pezzo dove c’è il canile, in cui il cestino c’è, sarebbe necessario averne qualcuno in più» racconta Massimo Errico, che ha due levrieri spagnoli e che frequenta l’Oasi per portarli a spasso.

 

 

Cani e cura del verde. «Manca sicuramente un’area cani - prosegue il signor Errico -, perché, per quanto ci sia la fidovia “Maverick ”, non c’è uno spazio riservato, per lasciar liberi i cani di giocare. Ciò porterebbe anche a un maggiore giro di persone, dato che coloro che frequentano l’Oasi per la passeggiata con il cane abitano solitamente nei dintorni. L’area cani attirerebbe padroni e cani anche da “fuori”, si vivrebbe di più il parco».

E l’erba alta? Poche settimane fa si era levato il tumulto tra i gruppi di maggioranza e minoranza per la questione del taglio del verde, eppure all’Oasi, anche lungo i percorsi in riva al fiume, verso Grassobbio, l’erba è sempre tagliata e il verde curato. «Ce ne occupiamo noi in tutta questa parte dell’Oasi - afferma la signora Piaggio -, perché il Comune pensa agli alberi più grandi e passa due o tre volte l’anno per la manutenzione del verde. Tagliamo noi l’erba, usiamo anche il decespugliatore dove necessario, e abbiamo piantato tutti questi alberi più piccoli. In realtà sono stati gli uccellini a portare le sementi: noi spostavamo solo le piantine. Teniamo anche sfrondati gli alberi, così la visibilità è maggiore e la sicurezza anche». Dove non arriva il Comune, arrivano i cittadini.

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