Xavier Jacobelli

Niente può intaccare l'Orchestra di Gasperini. E un applauso pure all'ironia dei toscani

Niente può intaccare l'Orchestra di Gasperini. E un applauso pure all'ironia dei toscani
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di Xavier Jacobelli

Rieccola, più forte e più micidiale che mai. Erano ventisette anni che l’Atalanta non riusciva a vincere a Firenze: oggi la Dea è riuscita a infrangere il tabù viola e a volare via in classifica dov'è sempre più quarta, staccando la Roma. Questi sono tre punti molto importanti: per il prosieguo del cammino e per il modo in cui sono stati conquistati.  C’è di più: 61 gol in 23 partite, in Serie A non li segnava nessuno da 60 anni; 42 punti dopo 23 turni mai nella sua storia l’Atalanta li aveva totalizzati nel massimo campionato e, da quando c’è Gasperini, la sua squadra ha conquistato 68 punti in rimonta.

Il 15 gennaio scorso, la formazione di Iachini aveva eliminato i bergamaschi dalla Coppa Italia: oggi sono stati i bergamaschi a infliggere ai viola, in casa loro, un duro ko che da un lato mette le ali al sogno europeo e, dall’altro, esalta ancora la grandezza di un gruppo che non finisce mai di stupire. Come volevasi dimostrare, né la sconfitta interna contro la Spal e nemmeno il pareggio, ancora a Bergamo, con il Genoa, potevano intaccare lo spartito dell’Orchestra Gasperini.

Il colpo di Firenze certifica il modo migliore per preparasi al confronto con la Roma, negli ultimi due turni sconfitta sia dal Sassuolo sia dal Bologna: sabato prossimo al Gewiss Stadium ci sarà lo spareggio Champions con i giallorossi e la Dea ci arriverà avendo cambiato vigorosamente marcia. Al Franchi, soprattutto nel secondo tempo, l’Atalanta ha dominato in lungo e in largo, impartendo una severa lezione di calcio ai viola. Nel primo tempo, sino al gran gol di Chiesa favorito dall’inusuale incertezza di Gollini, l’Atalanta ha comandato il gioco, poi si è un po’ disunita, ma, piazzando Gomez nella posizione di playmaker, nella ripresa ha suonato la musica che più le piace. Il pareggio di Zapata, tornato al gol su azione tre mesi e mezzo dopo l’ultima segnatura prima del grave infortunio, è stata una nota molto positiva in un pomeriggio che ha rispettato in pieno le previsioni di Gasperini. Questi aveva anticipato che l’ostacolo viola sarebbe stato difficile da superare: ancora una volta, l’allenatore ha dimostrato di avere antenne sensibili e di conoscere il calcio come pochi. Nello stesso modo in cui, inserendo Malinovskyi, ha piazzato il colpo del ko.

Postilla per un sentito complimento all’ironia dei tifosi fiorentini, che a Gian Piero hanno regalato la maglia viola con la scritta: "Gasperini uno di noi". E complimenti a Gasperini, a Umberto Marino, a Iachini, ad Antonio Percassi e a Joe Barone che nei giorni scorsi si erano parlati al telefono, ai sindaci Gori e Nardella, alle parole intelligenti e sensibili da tutti sparse a piene mani, a mano a mano che il confronto agonistico si avvicinava. Per dimostrare che un altro calcio è possibile. Ci sono riusciti.

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