Altro che 260 morti, qui è una strage: sono più del doppio solo negli ultimi quattro giorni
A sabato 14 i decessi "ufficiali" erano 261. Il dato aggiornato a ieri, domenica 15, ancora non c'è. Resta il fatto che la provincia bergamasca è la più martoriata dal Coronavirus. E i numeri lo dicono, ma non in maniera completa. Ormai lo sappiamo, purtroppo: i morti sono in realtà di più. La diatriba "morti PER Coronavirus" vs. "morti COL Coronavirus", francamente, interessa poco. I fatti parlano da soli: la Bergamasca ha avuto un picco di decessi, nell'ultima settimana, impressionante.
Sta girando da alcune ore sui social nelle chat WhatsApp un video che mostra le bare in fila ordinata posizionate all'interno della chiesa di Ognissanti al cimitero monumentale di Bergamo. Una settantina, circa. Lo abbiamo pubblicato anche noi, perché chiudere gli occhi non aiuta, mai. Ora lo abbiamo tolto perché crediamo che il messaggio sia stato dato: è il momento di una seria responsabilizzazione da parte di tutti. I numeri servono, offrono un quadro della situazione, ma non raccontano tutto. Anzi. Abbiamo fatto un conteggio approssimativo e al ribasso dei decessi degli ultimi quattro giorni in Bergamasca: siamo almeno a cinquecento, il doppio circa delle vittime dichiarate dai numeri ufficiali totali (260).
C'è una sepoltura ogni mezz'ora, eppure continuano ad accumularsi. Ne ha parlato anche il sindaco Giorgio Gori ospite a Che tempo che fa, provocando un'evidente commozione nel conduttore Fabio Fazio. È una guerra. I forni crematori operano 24 ore su 24, ma non riescono a tenere il ritmo. Le pompe funebri sono al limite: troppo lavoro e troppi rischi per il personale. È una tragedia immane, difficile definire diversamente ciò a cui stiamo assistendo. E difficile anche da capire, forse, per chi non è di Bergamo e non sta a Bergamo. Lo ha spiegato bene ieri il governatore Fontana: forse chi non è qui, in Lombardia (e a Bergamo, aggiungiamo a noi), fatica a comprendere davvero la portata della situazione. Di quanto male stia facendo questo virus.
È notizia di oggi, 16 marzo, che la Diocesi ha dato la disponibilità a utilizzare anche la chiesa di San Giuseppe a Seriate per "ospitare" le bare dei deceduti in attesa di sepoltura o cremazione. Da qualche giorno a questa parte la situazione sta diventando insostenibile. Stando ai dati della Protezione civile e degli esperti, il picco del contagio dovrebbe essere toccato a metà di questa settimana. Lo speriamo, lo speriamo veramente. Perché così non si può andare avanti.