Sospensione stipendi vitale per il calcio? Imparassero tutti dall'Atalanta...
La società orobica ha una politica sugli ingaggi decisamente oculata, i risultati sono positivi e i conti in questo periodo non vanno in sofferenza come in altre realtà

di Fabio Gennari
Quando si parla di Atalanta a Bergamo, il rischio è di essere poco creduti perché ritenuti troppo appassionati. Fortunatamente ci sono sempre i numeri a sostenere ogni tesi, soprattutto quando si parla di stipendi e bilanci. Nel caso specifico, parliamo della situazione legata agli emolumenti che spettano ai calciatori: l'Atalanta ha un monte ingaggi annuale di circa 40 milioni di euro, il quadrimestre marzo-aprile-maggio-giugno che è oggetto dei discorsi tra Lega Serie A e Associazione Calciatori vale quindi 13,5 milioni di euro. Più o meno, parliamo dei soldi che arriveranno grazie al passaggio ai quarti di finale di Champions (10,5 milioni) oltre all'incasso di Atalanta-Valencia (2,6 milioni di euro).
Chiaramente, per una società come l'Atalanta si tratta di un esborso importante, ma basta allargare un po' gli orizzonti sulla stagione e sui risultati ottenuti e si capisce subito come il famoso "passo lungo quanto la gamba" sia l'architrave del progetto tecnico targato Percassi-Gasperini. La squadra orobica è da qualche anno stabilmente ai vertici della Serie A, senza ragionare troppo su fatturati e bilanci (incredibile che ci siano società costantemente in rosso cui nessuno dice nulla...) guardiamo agli stipendi pagati da chi lotta per le posizioni di vertice insieme alla Dea. Tralasciando la Juve, che vince ininterrottamente da troppo tempo per considerarla una concorrente, le altre sono tutte clamorosamente in perdita: l'Inter spende 140 milioni di euro di stipendi l'anno, la Roma 134, il Napoli 115 e il Milan 102. Di queste, solo la squadra di Conte è davanti alla Dea e ha comunque una proprietà dalle possibilità sconfinate.
L'unica formazione che sta facendo molto bene rispetto a quando spende di ingaggi ai calciatori è la Lazio (66 milioni annui), anche se nessuno può vantare una media di permanenza così in alto come quella dell'Atalanta con un monte ingaggi inferiore a quello di squadre come il Genoa (45 milioni), Torino e Cagliari (43). Chiaramente, l'eccezionalità di quanto Gasperini e i suoi ragazzi stanno facendo amplifica in modo esponenziale la capacità di ottenere grandi risultati con risorse molto diverse dalle big europee, ma resta comunque una gestione societaria oculata e improntata alla valorizzazione dei giocatori che meritano (vedi rinnovi e ritocchi d'ingaggio) invece di spese sconsiderate per giocatori tutti da scoprire.