Stefania, la volontaria che cuce le mascherine per i poveri (e per i frati)

di Heidi Busetti
Mascherine colorate, lavabili, interamente cucite da una volontaria della mensa dei poveri del convento dei Cappuccini, a Bergamo, in via dei Cappuccini 8. La volontaria si chiama Stefania e ogni sabato mattina si reca in convento per prestare servizio. «Dato che è molto brava a cucire, è estrosa e al momento è a casa dal lavoro, Stefania si è dedicata alla confezione delle mascherine da distribuire ai poveri - racconta fra Riccardo, responsabile della mensa -. Un paio di mascherine a testa per ogni ospite, per un totale di centottanta persone al giorno».
Un gran lavoro reso possibile anche grazie ai metri di tessuto donati al Convento. «Anche noi le utilizziamo – continua fra Riccardo -. Qui siamo in una trentina di frati più gli ospiti. Ci sono giovani e persone anziane con diverse problematiche alle spalle. Arrivano da noi verso le dieci, quando apriamo la zona dei bagni, poi bevono del tè caldo che mettiamo su un tavolino all'aperto. Ci sta arrivando parecchio cibo, tutto donato. Poi per le undici iniziamo a distribuire il pranzo caldo, confezionato in una vaschetta».
Prima del Covid i poveri venivano accolti tra le mura del Convento, ma oggi non è più possibile, così viene loro consegnata una borsetta con un secondo di carne o della polenta, una fetta di colomba o un dolce, una bottiglietta d’acqua e della frutta. È in questo momento che vengono distribuite le mascherine, le quali - la maggior parte delle volte - devono essere già rimpiazzate il giorno successivo poiché vengono perse, vivendo queste persone tutto il giorno per strada». «I colori ovviamente sono diversi tra loro - sottolinea, sorridendo il frate - perché le mascherine sono cucite con stoffe variopinte. Nella quantità inoltre cerchiamo sempre di averne da parte qualcuna, così che non si vada in difficoltà, e devo dire che ad oggi la situazione è stata gestita con grande efficienza, senza riscontrare alcun problema».
L’unica giornata in cui le mascherine non possono essere ritirate è la domenica, per la chiusura della mensa. «Grazie al Patronato San Vincenzo, alla Caritas e ai servizi sociali del Comune di Bergamo c’è un bel lavoro di rete e quindi possiamo permetterci di chiudere un giorno - conclude fra Riccardo -. A Bergamo nessuno è solo e se chiedi non muori di fame. Certo, poi sta sempre alla volontà del singolo».