Mercato di via Spino, un flop. Idea "spacchettamento", ma gli ambulanti dicono no
Il sindaco vorrebbe ricollocare le bancarelle nelle vie cittadine. Se fossero contigue, la soluzione non sarebbe niente male

di Heidi Busetti, foto di Devid Rotasperti
Tutta la fatica di una nuova partenza. Il mercato di Bergamo, in programma ogni lunedì, traslocato da qualche mese dalla Malpensata alla periferica Via Spino, fatica a ingranare. Diversi i problemi: ad esempio, il grande piazzale con 200 banchi non può contare su un numero sufficiente di parcheggi, né su una clientela che si trovi comodamente nei paraggi, come accadeva prima. Il Covid? Non c’entra. «Non sta andando bene - racconta Giovanni Perrotta, 45 anni, venditore di merce in stock con la moglie Barbara Mazza -. Il mercato è stato rovinato qualche mese fa con lo spostamento, ben prima della pandemia. Siamo fuori dal mondo. Abbiamo perso almeno il 50 per cento e anche chi riesce ad arrivare, si lamenta perché ha dovuto attendere prima di trovare un parcheggio».




A sentire gli ambulanti, la combinazione è stata strana. Anni di promesse per il parcheggio del gasometro, e quando il parcheggio è finalmente terminato si è spostato il mercato. «È quarantasette anni che faccio il mercato di Bergamo, ho iniziato quando ancora era in via Paglia, nel cuore della città. Ora è diventata una cosa impossibile, un disastro completo - incalza Loredana Barbieri, che vende intimo con la figlia Barbara Ferrari -. Ho dovuto specificare più volte alle mie clienti dove trovarmi, di guardare i numeri segnati sull’asfalto, perché non trovano nemmeno la mia piazzola. Per non parlare delle multe... nel primo periodo sono fioccate, così la gente ha rinunciato a venire!».
Non solo. Tra gli ambulanti c’è chi dichiara di aver acquistato la licenza solo due anni fa a 10 mila euro e ora si vede il valore più che dimezzato. «Mamma mia che casino - dice Fedraze Jillali, 46 anni, ambulante di biancheria, cinture e maglie -. Te lo giuro è due mesi che non si guadagna nemmeno il denaro per coprire le spese del gasolio. Niente. Prima almeno riuscivo a pagarmi le bollette... ma ora... troppi problemi. La settimana scorsa ho guadagnato 10 euro. Oggi ne ho presi forse 20... nemmeno il gasolio per tornare a casa. Un vero disastro!». E allora, che fare?




Una posizione ferma la prende Giuliano Lancini, ambulante di abiti da donna, che afferma: «Vent'anni fa hanno preso i mercati e hanno iniziato a decentrarli, per vari motivi. Oggi gli stessi fanno di tutto per non far morire il centro. Le faccio un esempio: siamo qui in circa duecento bancarelle. Vuol dire almeno quattrocento persone, perché spesso gli ambulanti si muovono in coppia. I bar che si trovano nelle vicinanze del mercato fanno incassi importanti. Lei si immagini - faccio un’ipotesi assurda - se il mercato del lunedì fosse sul Sentierone... porteremmo beneficio a molte attività commerciali. Il punto è che chi prende in mano le decisioni del mercato dovrebbe essere una persona che conosce davvero il nostro mestiere, per capire come muoversi in modo coerente. Se ci sposti dal centro, il danno non l’hai fatto solo a noi, ma anche a tutte le attività che il lunedì potevano contare su un numero importante di clienti».