Il Parco Adda Nord dichiara guerra al pesce siluro. In campo (anzi, in acqua) pure i sub
Questa specie, che popola le acque dell'Adda, è una minaccia costante della biodiversità con possibili conseguenze disastrose sull'ecosistema come l'estinzione delle specie autoctone presenti
Come riportano i colleghi di PrimaMerate, partirà la prossima settimana (meteo e portate del fiume permettendo) e si concluderà entro la fine dell’anno il progetto di contenimento del pesce siluro nelle acque dell’Adda, minaccia costante della biodiversità con possibili conseguenze disastrose sull’ecosistema come l’estinzione delle specie autoctone presenti.
Il progetto del Parco Adda Nord sarà finanziato con un contributo di Regione Lombardia di 18.750 euro, affidato a società terze e, rispetto al 2019, interesserà tutta l’asta fluviale per un totale di 20 uscite. Gli interventi proposti sono coerenti e previsti, nella tipologia, dalle norme del vigente Ptc del Parco, nonché dal Piano di Settore Faunistico del Parco oltre che in linea con le norme relative al Parco Naturale.
Il pesce siluro (Silurus glanis) è naturalmente presente nell’Europa centro-orientale. Segnalato per la prima volta in Italia nel 1957, è attualmente presente nei tratti pedemontani dei fiumi e dei torrenti del bacino imbrifero del Po. È un pesce di taglia grande (può superare i 2,5 m di lunghezza per 150 kg di peso), predatore, competitivo, facilmente adattabile a diversi ambienti e molto prolifico: queste caratteristiche hanno portato a una sua rapida espansione a discapito delle specie ittiche endemiche, già in declino a causa del deterioramento degli habitat fluviali. Rappresenta una minaccia come predatore per l’ittiofauna autoctona ed entra in competizione per i rifugi, diffondendo anche parassitosi.
In base agli studi del 2015 nell’ambito del progetto “Conservazione della biodiversità del Parco Adda Nord: Indagine e contenimento delle popolazioni ittiche appartenenti a specie alloctone, nel tratto di Fiume Adda ricompreso nel Parco Adda Nord” il pesce siluro è stato rinvenuto (ed è fortemente radicato oltre che assai prolifico) in tutto l’Adda sublacuale. Predilige tratti fluviali a corrente moderata, con portata antropizzata per presenza di sbarramenti e aree bacinizzate, profondità mediamente superiore a 2,5 m, spesso nelle vicinanze di scogliere di grandi massi ciclopici, buche, ceppaie e piante cadute in alveo, sottosponda.
Obiettivi del progetto
- Contenimento della presenza di pesce siluro nelle acque dell’Adda ricomprese nel territorio del Parco Adda Nord e, nel contempo, contenimento di altre specie ittiche alloctone dannose per l’equilibrio delle specie autoctone (come il gardon, il rodeo amaro, il carassio).
- Raccolta di ulteriori dati sulla presenza della specie nel fiume.
Le fasi di azione
- Attività selettiva di contenimento della fauna ittica alloctona, comprensiva delle azioni di cattura e gestione delle biomasse derivate.
- DOVE? Sull’intera asta fluviale riconducibile al territorio del Parco con particolare attenzione agli ambienti maggiormente congeniali alla specie e alle aree identificate come prioritarie dal Piano di Azione del Parco. Rispetto agli interventi effettuati nel 2019, la seconda annualità in partenza nei prossimi giorni coinvolgerà anche i siti di Rete Natura 2000 ossia le Zone Speciali di Conservazione Lago di Olginate, Palude di Brivio e la Zona di Protezione Speciale Il Toffo.
- COME? Sono due le metodologie individuate: elettropesca diurna da barca o a guardo in corrispondenza di rifugi, è la più efficace; pesca subacquea praticata da un sommozzatore esperto con adeguata attrezzatura supportato da due operatori sull’imbarcazione di supporto. Gli individui catturati appartenenti alle specie target, saranno soppressi e avviati allo smaltimento, secondo le normative vigenti e conferite a operatori specializzati. Gli individui appartenenti a specie autoctone, qualora catturati, saranno liberati indenni.
- Analisi dei dati finalizzati ad acquisire informazioni utili sull’ecologia della specie, aggiornare il set di dati disponibili e valutare l’efficacia nel tempo delle azioni intraprese.