Milano è fuori controllo, il lockdown totale per la Lombardia è sempre più vicino
Nella metropoli il virus dilaga, ma il sindaco Sala si sta opponendo all'imposizione di una zona rossa limitata alla "sua" città. In Regione prende dunque piede l'ipotesi di una chiusura "light" che tenga a casa quante più persone possibili
di Andrea Rossetti
Un’impasse istituzionale che rischia seriamente di portare tutta la Lombardia al lockdown. Da giorni, nella “cabina di regia” istituita in Regione che vede impegnati i membri della Giunta, i capigruppo di maggioranza e opposizione e i sindaci dei Comuni capoluogo, si discute di come provare a mettere una pezza all’implacabile crescita dei contagi, ma un punto d’incontro non si trova. E dato che il tempo è un giudice inclemente, l’opzione di un lockdown regionale è ora molto più che una mera ipotesi.
La situazione è chiara: le “zone rosse” sono principalmente tre, ovvero Milano e il suo hinterland, la Brianza e il Varesotto. In queste province la situazione è ormai fuori controllo e gli ospedali sono sempre più vicini alla saturazione dei posti letto. L’idea di un lockdown localizzato, però, ha trovato l’opposizione costante dei primi cittadini di queste aree. In particolare di Beppe Sala, primo cittadino di Milano, che non ha mai voluto ragionare seriamente su questa opzione nonostante fosse quella caldeggiata da diversi esperti membri del Comitato tecnico scientifico lombardo. La discussione è dunque passata su quali misure “light” attuare e da qui è nata l’ordinanza 623, quella che ha imposto il coprifuoco dalle 23 alle 5 e la didattica a distanza per le scuole superiori. Peccato che, nel frattempo, i numeri (e la realtà) delle tre principali province colpite da questa ascesa dei contagi abbiano continuato a correre. Un’evidenza a cui anche il governatore Attilio Fontana si sta lentamente piegando: se fino a qualche giorno fa escludeva in maniera categorica un nuovo lockdown, ora ha invece affermato che, eventualmente, dovrà essere il Governo a imporlo e che lui ascolta quel che dicono gli esperti. Insomma, Fontana non esclude più una chiusura.
Anzi, sembra che le cose stiano già andando in quella direzione: indiscrezioni provenienti da Palazzo Lombardia riferiscono che sarebbe già stato messo a punto un piano per un lockdown “light”, tale da permettere a quante più attività possibili di proseguire ma che porti, contemporaneamente, quante più persone a restare chiuse in casa. E il provvedimento, nel caso fosse attuato, andrebbe preso quanto prima, cioè già settimana prossima, senza attendere i possibili benefici dell’ultimo Dpcm. Una decisione di questo tipo dovrebbe per forza di cose essere però approvata dal Governo centrale. Un’altra strategia potrebbe essere quella di prevedere restrizioni ad hoc per gli over 65, ma il rischio è che anche questa risulta una misura troppo morbida per lo stato delle cose in cui ci troviamo.