Attenzione: d'ora in poi in quasi tutta la città si dovrà viaggiare a 30 all'ora (non a 50)
Al via il piano dell'amministrazione Gori “Bergamo Città Zona 30” voluto dalla maggioranza. Interessato l'80 per cento delle vie cittadini, quartieri compresi
di Luigi de Martino
Dalla serata di giovedì, 5 novembre, in città ha cominciato a comparire la segnaletica orizzontale del progetto “Bergamo Città Zona 30”, il piano dell’amministrazione Gori per rendere più sicuri dal punto di vista della mobilità i quartieri. Un’iniziativa che prende impulso da un ordine del giorno della maggioranza per abbassare il limite «convenzionale» dai 50 chilometri orari ai 30 all’ora, velocità massima riservata oggi solo ad alcune zone, e per garantire più sicurezza a ciclisti, pedoni, e rendere il traffico più fluido. In queste serate, il Comune sta lavorando sulle prime strade coinvolte da questo piano. Il disegno del cartello stradale recante il limite di velocità di 30 km orari comparirà nelle vie interne della città, circa l’80 per cento delle strade urbane, cioè tutte quelle di quartiere. Saranno esclusi i percorsi a grande scorrimento come le direttrici in entrata e uscita, oltre ovviamente alle circonvallazioni dove il limite rimarrà fisso agli attuali 90 km all’ora. Per esempio, sulle vie Camozzi, Frizzoni, Broseta, Corridoni, San Bernardino e Borgo Palazzo resterà il limite dei 50 chilometri orari.
L’esempio è quello di Grenoble, una metropoli «attenuata», dove si viaggia a 30 chilometri orari. L’idea - in definitiva - è invertire la logica del codice della strada, considerando i 30 all’ora come la regola e i 50 un’eccezione, non per contrastare l’uso dell’auto, ma l’uso improprio dell’auto.
Un provvedimento criticato dalla Lega, che lo ha definito “un’idiozia”, ma che - dice la maggioranza - ha raccolto consensi tra diverse associazioni: i benefici parrebbero infatti molteplici, più sicurezza, ecosostenibilità, fluidità del traffico. «La moderazione della velocità a scala urbana è riconosciuta a livello europeo come una strategia efficace per ridurre l’incidentalità e per migliorare la sicurezza per pedoni e ciclisti e una scelta necessaria soprattutto nei contesti come Bergamo - spiega l’assessore alla Mobilità Stefano Zenoni -, dove l’esiguità della sezione stradale impedisce talvolta la realizzazione di percorsi separati tra i diversi mezzi. L’obiettivo principale è perseguire le condizioni di pacifica convivenza tra i diversi mezzi di trasporto, dando priorità e prevalenza alla mobilità dolce».
Bergamo zona 30 è un’altra novità dopo le corsie ciclabili e i monopattini in sharing: diventa sempre più concreta l’agenda di Bergamo 2020, strategia di adattamento e di rilancio, che l’amministrazione Gori ha redatto e pubblicato la scorsa estate. Risulta evidente dove volesse andare a parare la nomina di Stefano Zenoni ad assessore all’ambiente, delega che si è aggiunta nel 2019 a quella della mobilità: spostamenti sempre più “morbidi” e “dolci”, una strategia di mobilità che mette al centro l’elemento sostenibile (e infatti il “Piano Urbano della Mobilità” ha aggiunto da qualche anno una “S”, quella di Sostenibile). In una città complicata, sotto questo punto di vista, come Bergamo, la sfida non è certo di quelle più facili.