Inchiesta sui migranti, la consigliera Coter (5 Stelle): «Il Comune si è cautelato?»
L’inchiesta coinvolge anche un dirigente e una funzionaria del Comune. Prima di prendere provvedimenti Palazzo Frizzoni attende «la presenza di un quadro che evidenzi responsabilità chiaramente definite»
L’inchiesta condotta dalla Procura in merito a presunte irregolarità nella gestione dei contributi pubblici destinati all’accoglienza dei migranti da parte di alcune strutture aveva creato scossoni nella politica bergamasca, tanto che a luglio in seno a Palazzo Frizzoni era stato chiesto alla Commissione trasparenza di far chiarezza sui rapporti tra il Comune e alcune delle realtà coinvolte nelle indagini. Addirittura, la Lega aveva chiesto alla prefettura di sospendere in via cautelativa i contratti in essere per l’ospitalità dei richiedenti asilo.
Nel merito era intervenuta anche la consigliera comunale del Movimento 5 Stelle Sonia Coter, chiedendo all’Amministrazione, nel rispetto delle indagini in corso, se fossero state messe in atto azioni cautelative, anche alla luce del fatto che l’inchiesta coinvolge anche un dirigente e una funzionaria del Comune. «Le notizie di stampa hanno confuso due diversi filoni di indagine, probabilmente contestuali e paralleli, il primo relativo a fattispecie di reato più gravi, tra le quali la corruzione e la turbativa d’asta imputate a soggetti esterni al Comune – risponde il sindaco Giorgio Gori -, il secondo, molto più limitato, che interessa il dirigente e la funzionaria. Come noto né la normativa vigente né le linee guida Anac prevedono in caso di indagini avviate per accertare il reato di abuso d’ufficio e per quello di truffa l’obbligo di intervenire disponendo la misura della rotazione obbligatoria».
Ciononostante il segretario generale è intervenuto vagliando gli elementi emersi a carico dei due dipendenti, qualora fosse stata necessaria adottare un’eventuale rotazione in via facoltativa per evitare conflitti d’interessi. Come spiegato dal primo cittadino però il pubblico ministero ha formulato la proroga delle indagini; «in questo senso è presumibile pensare che non sussistono ancora adeguati elementi per sostenere una richiesta di rinvio a giudizio». Inoltre, le indagini attengono a un «elemento di portata limitata, ossia l’affidamento di una prestazione complementare, di valore limitato, rispetto ad un appalto di servizio, e non appare gestita in assenza dei presupposti previsti dalla normativa». Ragioni per le quali il Comune ha ritenuto opportuno, prima di prendere provvedimenti, attendere l’evolversi dell’azione penale e «la presenza di un quadro che evidenzi responsabilità chiaramente definite».