Vittime del Covid

Noi Denunceremo prende le distanze da Gori e dalla Lega: «Non strumentalizzateci»

Il sindaco ha deciso di dichiarare il Comune «persona offesa» nell'ambito dell'inchiesta della Procura di Bergamo. Il Carroccio ha commentato: «Una presa in giro». Il comitato: «Non sappiamo nulla, non vogliamo essere utilizzati politicamente»

Noi Denunceremo prende le distanze da Gori e dalla Lega: «Non strumentalizzateci»
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Il comitato Noi Denunceremo, che ormai da mesi sta portando avanti una battaglia legale a nome delle famiglie delle vittime di Covid bergamasche (ma non solo) sia nel penale che nel civile, prende le distanze dalla recente decisione del sindaco Giorgio Gori di dichiarare il Comune «persona offesa» nell'ambito dell'inchiesta della Procura di Bergamo.

«Apprendiamo dalla stampa che il sindaco di Bergamo, Giorgio Gori, si sia schierato con il comitato Noi Denunceremo e si sia costituito parte lesa nella causa intentata dal comitato stesso - scrivono i membri del comitato -. Nulla sappiamo di questo schieramento. E nessuna informazione al riguardo ci è mai giunta dal Comune di Bergamo o dal sindaco Gori. Restiamo quindi in attesa di capire come mai il nostro nome venga accostato a quello del sindaco Gori. Abbiamo lavorato per mesi alla ricerca della verità e non permetteremo a nessuno di strumentalizzare politicamente il nostro lavoro o di usare il nostro nome senza nemmeno consultarci».

Va detto che il sindaco, però, non ha mai citato Noi Denunceremo e ha semplicemente spiegato di aver preso questa decisione in accordo con la Giunta per «dare verità» ai suoi cittadini. Ad aver citato invece il comitato è stato il deputato leghista Daniele Belotti, che nel duro comunicato di critica al sindaco diffuso nel tardo pomeriggio di ieri (28 dicembre) ha scritto: «La decisione della Giunta di costituire il Comune di Bergamo come “persona offesa” nell’inchiesta condotta dalla Procura di Bergamo che ha visto il Comitato Noi Denunceremo citare per risarcimento danni la Presidenza del Consiglio, il ministero della Salute e la Regione Lombardia, è un’autentica presa in giro verso i familiari delle vittime».

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