si va (forse) al 15 febbraio

Non c'è pace per i gestori degli impianti sciistici: slitta ancora l'apertura

Non c'è pace per i gestori degli impianti sciistici: slitta ancora l'apertura
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Con l’ingresso della Lombardia in zona rossa, stando al nuovo Dpcm, le stazioni sciistiche riapriranno con ogni probabilità non prima del 15 febbraio. Una decisione che ha il sapore amaro della beffa, considerando anche le abbondanti nevicate che hanno interessato la nostra provincia. E considerando che solo poco tempo fa la riapertura era stata fissata per il 18 gennaio.

A fronte di questa situazione è non poca la rabbia, non soltanto tra i gestori degli impianti di risalita, ma anche tra le diverse categorie economiche della filiera strettamente connessa all’avvio della stagione invernale: albergatori, ristoratori, negozi specializzati per l’affitto e la vendita di sci e scarponi e le stesse scuole di sci. Se gli impianti dovessero riaprire effettivamente alla metà di febbraio, la stagione sciistica durerebbe poco più di un mese.

Nel frattempo le linee guida per garantire la sicurezza della riapertura non hanno ancora avuto il via libera del Cts. A creare imbarazzo e amarezza è soprattutto la situazione incertezza, creata dai continui apri e chiudi e dai rinvii decisi dal Governo.

Come sottolineato a L'Eco di Bergamo da Maurizio Seletti, amministratore della società Irta che gestisce gli impianti di risalita al Monte Pora e a Castione della Presolana, la mancanza di chiarezza è causa addirittura di ulteriori costi, necessari a mantenere agibili piste che però sono sfruttate solo dagli atleti agonisti. Una possibile soluzione al problema sarebbe rappresentata da un sistema di chiusure differenziate, che non equipari i paesi di montagna a metropoli come Milano.

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