Il caso

Tamponi, carica virale e prossimi passi: cosa è successo a Romero, positivo al Covid

Situazione molto complessa in merito alla positività del difensore nerazzurro, che non è sceso in campo con la Lazio. E a Napoli ci sarà?

Tamponi, carica virale e prossimi passi: cosa è successo a Romero, positivo al Covid
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di Fabio Gennari

Alla vigilia di Atalanta-Lazio, gara persa meritatamente 3-1 dalla Dea, il difensore argentino Cristian Romero è stato costretto a fermarsi per la positività rilevata dal tampone effettuato, come da protocollo, a 48 ore dal match. Diversi tifosi si sono chiesti come mai con i successivi tre tamponi negativi non sia stato possibile schierare il numero 17 contro la Lazio e, soprattutto, per quanto dovrà restare fuori il ragazzo. Per meglio comprendere la situazione è bene mettere in fila alcuni dettagli che risultano determinanti.

Il tampone che è risultato positivo nella giornata di venerdì aveva una carica virale alta. Tecnicamente, si parla di carica virale alta quando il numero di cicli di amplificazione necessari per individuare il virus (CT) è sotto quota 30. Meno cicli servono, più è alta la carica virale, ovvero la "forza" del virus. In queste situazioni, il positivo va in isolamento e la quarantena prevista è di dieci giorni: lo dice la procedura, è un protocollo codificato.

Rispetto a una situazione normale, tuttavia, per Romero sono arrivati tra lo stesso venerdì e sabato altri tre tamponi. Uno rapido e due molecolari. Tutti hanno evidenziato una negatività del giocatore. Attenzione, non una carica virale bassa, ma proprio una negatività. Questa tripla verifica, per chi mastica la materia, significa una cosa sola: il primo tampone positivo è molto probabilmente un errore. Perché non è possibile che nel giro di poche ore ci sia una ribaltamento simile della situazione.

Ora, la domanda: perché allora Romero non ha giocato con la Lazio? Secondo il protocollo, il primo tampone positivo con carica virale elevata apre automaticamente isolamento e quarantena. I tre tamponi successivi, fatti in poche ore, non possono "forzare" questo protocollo.

Seconda domanda: bisogna rassegnarsi ad avere Romero in quarantena fino al 9 febbraio? Non è detto. Nelle prossime ore potrebbero esserci novità. I tamponi (soprattutto i molecolari) che sono risultati negativi suggeriscono la possibilità di ulteriori valutazioni da parte di Ats. Con tutti gli scenari che rimangono aperti.

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