La ricetta Real di Gasperini: «Proviamoci, con ambizione ma senza presunzione»
Conferenza stampa di vigilia all'insegna della serenità per il tecnico della Dea, che ha presentato la gara in programma domani sera, 24 febbraio
di Fabio Gennari
Ci siamo, domani sera (24 febbraio) si gioca Atalanta-Real Madrid. In sede di presentazione, nel consueto incontro via Zoom con la stampa italiana e spagnola, il tecnico Gasperini è apparso molto sereno. Non si fida delle assenze del Real Madrid, ha tenuto un profilo molto basso e ha rimarcato come l'Atalanta abbia il vantaggio di poterci provare con grande serenità e senza nessuna pressione.
Mister, ci siamo: domani arriva il Real. Ha detto che vorrebbe tener viva la qualificazione, a che risultato pensa?
«È una qualificazione che si gioca in due partite, il risultato ideale sarebbe vincere ma dobbiamo stare molto attenti. Hanno assenze, ma sono convinto che li troveremo ancora più concentrati, solo in campo potremo valutare e capire bene che partita ci attende. Sono giocatori che non abbiamo mai incontrato. Il Real è una delle squadre più forti al mondo, quando giochi queste partite ne esci sempre un po’ più ricco, con conoscenze e qualità in più. Sono avversari che poi ti permettono di crescere e arrivare a strisce si risultati come abbiamo fatto in questi anni».
Spesso per le gare di Champions ha detto che era la partita più importante. Contro il City, poi il Psg, poi il Liverpool e infine l'Ajax. Questa con il Real Madrid come la colloca?
«È la più importante per il prestigio e la storia del Real Madrid. La forza delle squadre incontrate in questi anni è stata altissima e forse compagini come Manchester City e Liverpool hanno fatto qualcosa in più recentemente, ma i valori sono quelli delle migliori al mondo. Con qualcuno abbiamo dovuto misurarci e soffrire, non ci sono stati solo momenti facili, ma siamo sempre riusciti a trarre insegnamenti importanti».
Da domenica con il Napoli è il tecnico con più vittorie nella storia del club. Lei cerca sempre di fare gol e vincere, con il Real bisogna cambiare qualcosa?
«Non possiamo snaturare le nostre caratteristiche, ci hanno consentito di arrivare a giocare la Champions League e la finale di Coppa Italia. Chiaro che quando giochi contro certe squadre serve massima attenzione».
In questo preciso momento, cosa può avere in più l'Atalanta del Real?
«Siamo liberi, sereni e non abbiamo il favore del pronostico. Non abbiamo l’obbligo di andare avanti, “vogliamo” ma non “dobbiamo” fare risultato. È importante misurarci con questa squadre per capire a che livello siamo, abbiamo ambizione ma nello stesso tempo vogliamo fare il massimo: per me questo è un vantaggio».
Fino a pochi anni fa, giocare queste partite era la massima aspirazione. Ultimamente l'aspettativa si è alzata e c'è più pressione per la vittoria: come la valuta?
«Dobbiamo mantenere la nostra identità, con ambizione ma senza presunzione. A volte quest’anno è accaduto, voler giocare per il massimo risultato è un conto ma mettere la pressione addosso è un grosso errore e qualche volta lo abbiamo pagato. Godiamoci la partita e giochiamola nel modo migliore, non possiamo essere considerati al pari delle top».
Come vede il Real Madrid? Più debole e vulnerabile viste le assenze?
«Mai pensato questo. In Champions la squadra si trasforma rispetto alla Liga, hanno grande personalità e grande attenzione. Non credo molto alle assenze, tolgono certamente talento ma nelle gare della Liga sono stati più umili e questa è una qualità. Saper vincere gare di fila e risalire in un momento di difficoltà non può essere che un merito per questa squadra. Sarà una partita molto difficile, da interpretare con fiducia ma mai con presunzione».
Domanda secca: Zidane è stato meglio come giocatore o come allenatore per la storia del calcio?
«Sarei molto preoccupato se dovesse giocare Zidane domani… Quello che ho visto fare a lui in campo l’ho visto fare a pochissimi giocatori al mondo, quando era alla Juventus, con la Primavera spesso seguivo i suoi allenamenti: vedevo cose straordinarie. Oggi fatico a identificarlo con qualche altro giocatore. Quando ha iniziato ad allenare ha continuato a vincere, significa che ha il Dna con il calcio dentro e ha confermato di essere un grandissimo».