di Fabio Gennari
Diciamo subito un paio di cose importanti. I due cartellini gialli subiti da Gosens a Roma sono sacrosanti, l’espulsione è giusta e il direttore di gara Calvarese ha operato bene. Di più: analizzando la partita, sono parecchi gli episodi in cui il fischietto di Teramo ha deciso di lasciar correre e di non spezzettare troppo la manovra. Ne ha giovato lo spettacolo, la Dea ha creato tante occasioni e alla fine la Roma poteva addirittura ribaltarla. Quindi nessuno scandalo, tutto corretto e pareggio da accettare.
Rivedendo la sfida in tv, però, c’è un dettaglio che dallo stadio ovviamente non si è notato (avevamo i monitor di servizio, non la diretta Dazn) ma che va sottolineato perché in tanti se ne sono accorti. Calvarese non poteva vedere il pestone di Gosens a Veretout e quando ha fischiato il fallo ha tentennato un po’ prima di estrarre il cartellino. Dalla tribuna stampa, a circa 70 metri dall’azione, si è capito subito che sarebbe arrivato il secondo cartellino e nessun può sapere con certezza se ci hanno pensato il quarto uomo o il guardalinee Valeriani ad aiutare nella decisione. Tutto lecito, gli arbitri in campo sono una squadra e si danno una mano.
In televisione però, pochi minuti dopo il doppio giallo, è stata mostrata un’immagine del pestone di Gosens a Veretout con scritto in alto a sinistra «VAR». Di solito questo succede quando si vuol far capire che un episodio è stato valutato dalla cabina di regia dei direttori di gara: al VAR c’erano Fabbri e Del Giovane. Di certo, una valutazione sarà stata fatta per rilevare gli estremi del gioco violento. Se fosse arrivato il rosso diretto per un fallo cattivo o pericoloso, la squalifica poteva anche essere più di una giornata.
Se però si manda quell’immagine in tv, succede che gli spettatori immaginino che il fallo sia stato rivisto al VAR e che siano stati gli addetti VAR a segnalare a Calvarese il secondo giallo. Peccato che tutto questo, da protocollo, non è possibile: il VAR interviene per i casi da espulsione e non per le ammonizioni. Quindi è stata fatta una valutazione sul rosso diretto, qualcuno (forse il quarto uomo) ha dato una mano a Calvarese a prendere la decisione giusta e tutto è andato come doveva andare. Quell’immagine, però, ha generato confusione e sospetti. Inutili. La nostra spiegazione speriamo cancelli ogni tipo di dietrologia.