Boccata d'ossigeno da 300 mila euro: l’abbraccio di Leffe ai nonni di Casa Serena
Dopo i mesi duri della pandemia e l'SOS lanciato a Natale, grande sostegno alla casa di riposo del paese. La presidente Merelli: «Un legame forte e infinito, la generosità non ha scadenza»
di Giambattista Gherardi
Mesi difficili, carichi di lutti e preoccupazioni, ma anche e soprattutto un legame intenso divenuto ancora più forte. A un anno dal periodo più doloroso dell’intera pandemia, la Casa Serena di Leffe ha condiviso con la comunità e l’intera Val Gandino la gratitudine per lo slancio che ha sostenuto, non solo economicamente, le attività dedicate agli ospiti rispondendo con generosità all’SOS lanciato nei giorni precedenti il Natale 2020.
«L’iniziativa - spiega la presidente Paola Merelli attraverso le pagine del notiziario parrocchiale Antenna - ha avuto un enorme successo, in quanto ha permesso di raggiungere la considerevole cifra di 293.663 euro. Una vera “boccata di ossigeno” per le nostre casse, pesantemente depauperate dall’inizio della pandemia causata dal virus Covid-19. Alla cifra sopraindicata vanno aggiunte le varie donazioni sotto altra forma: dispositivi di protezione, tamponi rapidi, apparecchi televisivi per arredare alcune camere degli ospiti e le sale comuni. È per me un dovere morale ringraziare anche a nome del Consiglio di amministrazione, degli ospiti e del personale di Casa Serena le Amministrazioni comunali, le associazioni, i cittadini, i commercianti, gli imprenditori, i soci fondatori, di Leffe e dei paesi vicini, e la Parrocchia di Leffe. Siamo molto orgogliosi del risultato raggiunto e, soprattutto, riconoscenti nei confronti di tutti coloro che, così generosamente, hanno risposto al nostro appello. Mi permetto di ricordare che l’iniziativa è sempre attiva: la generosità non ha una data di scadenza».
La Casa Serena di Leffe è un’istituzione molto cara ai leffesi e i funzionali spazi di via Albertoni (nel cuore del paese) accolgono oggi circa 90 ospiti assistiti da 86 dipendenti, cui si aggiungono diversi collaboratori esterni per alcune specifiche incombenze (es. podologo, nutrizionista). La direzione sanitaria è affidata alla dottoressa Sara Oberti. «Abbiamo pianto, sofferto, passato notti insonni - raccontava qualche mese fa un’operatrice -, abbiamo cercato di essere figli, fratelli, nipoti per chi in quel momento non poteva avere accanto i propri cari, ci siamo ammalati e molti di noi hanno avuto anche lutti familiari. Abbiamo sopportato stanchezza, fatica, paura e tanta, troppa solitudine. Ovviamente non c’è stato solo questo, ma sono arrivate anche parole di incoraggiamento e il sostegno concreto di persone che ci hanno aiutato ad andare avanti».
Nei ricordi c’è l’arrivo dei militari russi, il 29 marzo, per la sanificazione degli ambienti, i lutti che hanno colpito anche due sacerdoti, don Evasio Alberti e don Battista Mignani. Fra i segni di speranza, anche il dono della maglia autografata dell’atalantino Josip Ilicic, pure profondamente colpito dalla pandemia.
Grazie alla generosità emersa dopo l’SOS dello scorso Natale, lunedì 15 febbraio è stato inaugurato, all’ingresso di Casa Serena, l’Angolo delle Carezze. Si tratta di un locale con due postazioni, dove gli ospiti possono incontrare i propri che da tempo non possono entrare nella struttura a causa delle restrizioni adottate per la pandemia.
È un luogo che consente abbracci in modalità protetta, utile per ridare un po’ di gioia e lenire la tristezza dovuta alla forzata lontananza. «All’esterno, prima di accedere alle postazioni - spiegano le educatrici Alessandra, Paola e Sara -, abbiamo posizionato un quaderno su cui ognuno potrà lasciare un commento relativo all’emozione provata, affinché quello che sentiamo nel cuore, possa essere condiviso con gli altri».