Il lavoro nella Bergamasca: a marzo 2021 le assunzioni tornate sopra i livelli pre-Covid
I dipendenti assunti sono stati 9.458, contro i 7.403 dello stesso mese del 2020. Per la maggior parte si tratta di contratti a tempo determinato
A distanza di un anno dall’inizio dell’emergenza Covid, a marzo le assunzioni di dipendenti nella Bergamasca sono risalite al di sopra dei livelli del 2020. Secondo i dati raccolti dall'osservatorio sul mercato del lavoro della Provincia a marzo i dipendenti assunti sono stati 9.458, contro i 7.403 dello stesso mese dello scorso anno.
La variazione su base annua è pari a una crescita del 27,8%, come probabilmente sarà anche per il mese di aprile, e riflette il crollo legato al primo lockdown. Inoltre, il confronto con il 2019 mostra che la ripresa occupazionale, a partire da gennaio, si sta sviluppando con «una buona accelerazione», anche se il divario rispetto alle assunzioni di due anni fa è ancora consistente, pari a -8,4%.
Positiva anche la situazione legata alle cessazioni lavorative, che a marzo sono state 8.475, in calo del 10,2 per cento su base annua, anche per effetto del blocco dei licenziamenti e dell’ampio ricorso alla cassa integrazione. Tra l’altro, il saldo cumulato degli ultimi dodici mesi mostra un passivo di soli 120 posizioni tra i lavoratori dipendenti, il che equivale a un quasi completo riassorbimento della perdita occupazionale, che aveva toccato il fondo tra giugno e luglio dell’anno scorso.
La fotografia del primo trimestre del 2021
Nei primi tre mesi dell’anno le assunzioni sono state nel complesso 29.224 (-7,7% su base annua e -14,1% se paragonate allo stesso periodo del 2019), mentre le cessazioni lavorative 22.559 (-20,8% sull’anno e -15,1% sul 2019) con un saldo netto positivo di 6.665 posizioni, circa il doppio di quanto registrato lo scorso anno ma al di sotto dei livelli pre-Covid.
I settori economici
La risalita occupazione coinvolge ognuno dei macro-settori (agricoltura +8,7%, costruzioni +9,3%, industria +5,3%), nonostante ogni comparto mostri dinamiche differenti al proprio interno. Unica eccezione, dove le percentuali di crescita mostrano ancora un segno negativo, sono le attività del terziario: gli ingressi nel commercio e nei servizi segnano un -19,8% sul primo trimestre del 2020 e un -26% su quello del 2019. Rispetto ai livelli pre-Covid, invece, agricoltura ed edilizia si mantengono su ritmi di assunzione più elevati (+28,9% l’agricoltura e +11,2% le costruzioni).
Come è noto, sono i settori maggiormente colpiti dalle restrizioni quelli che accusano le perdite più rilevanti. Innanzitutto i servizi di alloggio e ristorazione, che scontano ancora, nel primo trimestre del 2021, un calo delle assunzioni pari al 47,1 per cento (che cresce a -56,1% confrontato con il 2019) e un saldo cumulato degli ultimi quattro trimestri (-2.402) che corrisponde all’85% della perdita dell’intero macrosettore del terziario. Il crollo delle assunzioni è relativamente ancora più intenso (-67,3%) nelle attività artistiche, sportive, di intrattenimento e di divertimento.
Mostrano invece una crescita occupazionale i servizi di supporto operativo alle imprese, quelli di sanità e assistenza sociale e di informazione e comunicazione. In crescita anche le attività professionali, scientifiche e tecniche.
Le tipologie contrattuali
Aumentano per il secondo trimestre consecutivo le assunzioni con contratto di somministrazione: sono 6.318 nel 2021, in crescita del 14,6% rispetto all’anno scorso e dell’8,7% sul 2019. Tornano a crescere anche i rapporti che non rientrano propriamente nel lavoro dipendente come borse lavoro, tirocini e collaborazioni coordinate e continuative (queste ultime due tipologie ancora al di sotto dei livelli pre-Covid).
I volumi più consistenti in ingresso nel mondo del lavoro riguardano i contratti a tempo determinato, nel complesso 14.323 nei primi tre mesi dell’anno, ma aumentano anche le proroghe di durata dei contratti a tempo determinato, in totale 10.511.
È sempre netta la flessione delle assunzioni a tempo indeterminato: se ne sono contate 7.163 nel primo trimestre, in calo del 24,2% sullo stesso trimestre del 2020 e del 34,6% su quello del 2019. Inoltre, in questa prima fase di recupero delle assunzioni di personale dipendente, risultano ancora sfavorite le donne e i più giovani e, con un’ulteriore penalizzazione, le giovani donne e le donne di nazionalità straniera.