Pagnoncelli e quella cena con gli ex sindaci forzisti: il progetto per rilanciare Forza Italia
L'ex coordinatore provinciale e senatore è ritornato nel partito l'estate scorsa: «Sorte? Quando si ha il 5 per cento non si fa gli schizzinosi», «Gallone fa quello che può, ma serve più gente sul territorio»
Il fatto che qualcosa si stia muovendo in Forza Italia, lo si era capito già da tempo: basti pensare al ritorno, ufficializzato settimana scorsa, di Alessandro Sorte nel partito (), con tanto di invito di Silvio Berlusconi ad Arcore. Una delle tante mosse del Cavaliere per conquistare nuovi alleati, anche in vista dell'elezione del Capo dello Stato.
Un'ulteriore conferma sembra darla la cena, che ha avuto luogo lunedì 6 dicembre scorso, tra Marco Pagnoncelli e gli ex sindaci forzisti della Bergamasca, a cui tra l'altro era presente anche Sorte. Segno delle dinamiche interne agli azzurri, dove si sta cercando di rilanciare un partito che ai tempi d'oro aveva il 35 per cento di consensi, mentre adesso oscilla a fatica intorno al 5 per cento.
Pagnoncelli, ex coordinatore provinciale di Fi per dieci anni, dal 2000 al 2010, è stato assessore regionale per tre anni e senatore della Repubblica per cinque anni, anche se ha poi continuato a svolgere questo ruolo fuori dal partito di Berlusconi, prima di riprendere la tessera l'estate scorsa. Pare che dietro il ritorno di Sorte ci sia anche il suo endorsement, frutto di una linea che mira a recuperare pezzi e riorganizzare la macchina politica a Bergamo.
A proposito dell'ambizione del leader di diventare Presidente della Repubblica, oltre che del futuro di Forza Italia, Pagnoncelli ha fatto una serie di dichiarazioni interessanti nel corso di un'intervista del Corriere della Sera Bergamo. Innanzitutto, cosa che sorprende poco, vedrebbe anche lui molto bene Berlusconi al Quirinale: «Se Berlusconi dovesse diventare Presidente della Repubblica il partito riprenderebbe vitalità - ha spiegato il senatore -. Berlusconi ha grandi rapporti internazionali, lo conoscono in tutto il mondo, anche nei paesini africani», ha inoltre precisato che «i numeri li ha ma lui non vorrà essere un candidato divisivo».
Riguardo la ricetta per rinnovare il partito, Pagnoncelli non ha dubbi: «Servono giovani per rinnovare la classe dirigente» e riguardo l'incontro con i sindaci ha lanciato la sua proposta: «Alla cena di lunedì ho trovato decine di amministratori che erano in Fi: perché non accoglierli?». Quando gli chiedono di Alessandra Gallone (l'attuale coordinatrice provinciale), chiarisce che la senatrice «fa quello che riesce a fare, facendo tenere la posizione al partito. Ma è sola ed è anche senatrice, non può andare in ogni paese». In poche parole, mancano circoli e volontari a livello locale, che siano a contatto con la gente e ascoltino le loro necessità.
Si arriva all'argomento Sorte, il cui ritorno non è stato particolarmente gradito alla Gallone, e Pagnoncelli taglia corto: «Avevamo il 35 per cento, ora siamo al 5 per cento, non puoi fare lo schizzinoso. Può valere il 50 per cento del partito come rapporti e uomini sul territorio. Non giudico lui come persona, ma se rappresenta un pezzo di partito lo accolgo a braccia aperte».
Una certa perplessità è stata poi espressa dal senatore per l'accordo fatto in Provincia tra Lega e Pd, al fine di sostenere come presidente Pasquale Gandolfi (di area Dem): «Hanno idee opposte su tante cose: fanno solo mezza Bergamo-Treviglio? Non capisco due partiti così diversi che si accordano, un po’ di posti a me e un po’ a te. Mi auguro che poi il presidente sappia lanciare un appello all’unità».