Accoglienza dei migranti, la prefettura non paga gli enti: il caso in Parlamento
Il deputato bergamasco Devis Dori ha fatto il conto: «L'importo complessivo ammonterebbe a oltre 6 milioni di euro»
«Se non si sbloccano i fondi, il sistema dell’accoglienza dei richiedenti asilo a Bergamo rischia il collasso». A lanciare l’allarme è il deputato bergamasco di Liberi e Uguali Devis Dori, che ha recentemente depositato un’interrogazione parlamentare proprio per portare all’attenzione del Ministero dell’Interno le criticità che si trovano ad affrontare enti quali il Patronato San Vincenzo, la cooperativa sociale La Fenice e l’associazione temporanea di imprese costituita da fondazione Diakonia, cooperativa Ruah e cooperativa Il pugno aperto.
Problematiche che dipenderebbero dal fatto che queste associazioni, da tempo, non riceverebbero le risorse che gli spetterebbero per i «servizi già resi – spiega Dori -. I fondi dovrebbero essere sbloccati dalla Prefettura di Bergamo, ma non risultano regolarmente erogati».
Le associazioni e gli enti menzionati gestiscono il sistema dell’accoglienza dei richiedenti asilo in provincia di Bergamo perché vincitori di un bando di gara pubblicato a marzo del 2019 dalla Prefettura. Il bando è scaduto il 30 novembre dell’anno scorso, ma fino al 30 aprile 2022 è stato stabilito un regime di proroga per consentire di completare le nuove procedure di gara per l’affidamento biennale del servizio. Infatti, a dicembre 2021, la prefettura di Bergamo ha emanato i nuovi bandi di gara per il biennio 2021-2023 ponendo come scadenza la metà di febbraio di quest’anno.
«Tuttavia – continua l’onorevole bergamasco -, nonostante il regolare e continuativo svolgimento dei servizi di accoglienza sul territorio da parte dei vari gestori, sono state erogate solo parzialmente le risorse economiche previste. In particolare, l'importo complessivo non erogato ammonterebbe a oltre 6 milioni di euro per il solo periodo già fatturato relativo a prestazioni erogate tra marzo 2019 e febbraio 2021».
Ma l’importo supererebbe i 12 milioni di euro «qualora si considerassero anche gli enti oggi non attivi, con un periodo di competenza che in questo caso si allungherebbe fino a servizi resi nel 2018. È evidente che il mancato versamento dei contributi economici mette a rischio la prosecuzione di un servizio fondamentale per il territorio».
Il sistema di accoglienza a Bergamo, tra l’altro, è stato anche travolto nel 2020 da un’inchiesta giudiziaria ma «tali indagini – specifica Dori - riguarderebbero singole persone e non le organizzazioni di appartenenza e, in ogni caso, non potrebbero causare la mancata corresponsione dei fondi spettanti per servizi già effettivamente svolti, per periodi non oggetto di indagine e nei confronti di enti non coinvolti nelle indagini stesse».
«Il mancato versamento di tali importi può causare non solo l'interruzione del servizio, ma anche crisi aziendali, con la conseguente perdita di un significativo numero di posti di lavoro – conclude Devis Dori -. Spero che l’interrogazione parlamentare possa essere da stimolo per fare chiarezza prima possibile su questa situazione: una città come Bergamo non può permettersi di trovarsi improvvisamente con un sistema dell’accoglienza al collasso. Anche Papa Francesco nel suo intervento ieri sera ha affrontato il tema delle migrazioni, parlando dei “lager” in Libia e chiedendo a tutti una seria riflessione sulla gestione dei migranti in Europa. Chiedo che tutte le autorità, politiche e non, prendano a cuore la situazione per trovare tempestivamente una soluzione».