Genitori, che cosa aspettate a chiedere l'assegno unico per i figli?
La metà degli aventi diritto non ha ancora presentato domanda. Può accedere ogni famiglia con figli a carico fino a 21 anni. C'è tempo fino al 30 giugno
di Wainer Preda
Sarà una campagna di comunicazione inefficace. Sarà la proverbiale sfiducia degli italiani verso le istituzioni. Fatto sta che l’assegno unico per i figli, misura introdotta dall'Inps il mese scorso, non decolla, anzi. Secondo quanto reso noto dall'Istituto di previdenza, la metà degli aventi diritto - 245 mila famiglie solo in Bergamasca - non ha ancora presentato la richiesta per avere l’assegno in erogazione da metà marzo, al quale possono accedere tutti i nuclei familiari con figli a carico fino ai 21 anni.
Dopo l’impennata di richieste dei primi mesi dell’anno, con i centri di assistenza fiscale presi d’assalto dai cittadini a caccia del famigerato Isee, le cose sembrano essersi un po’ raffreddate. Tanto che dai conteggi dell’Inps risulta che ad oggi hanno chiesto effettivamente l’assegno solo il 50 per cento del totale. Di questi, il 75 per cento lo ha fatto in maniera autonoma, attraverso la piattaforma online dell’Istituto. Vediamo come si fa.
La compilazione della domanda è abbastanza semplice. Ma prima ci sono alcune cose da sapere. Innanzitutto, che l’erogazione del contributo parte da inizio marzo e si può chiedere fino al 30 giugno prossimo, ottenendo gli arretrati. L’assegno unico va a tutte le famiglie, per figli dal settimo mese di gravidanza fino ai 21 anni di età. Per averlo occorre essere cittadini italiani o di uno Stato dell’Unione Europea. Oppure titolari di permesso di soggiorno, residenti e domiciliati in Italia, con un contratto di lavoro di durata almeno semestrale.
La procedura è piuttosto snella. La richiesta deve essere presentata all’Inps online o attraverso i patronati, da un solo genitore. Questi dovrà indicare i dati dei figli a carico e dell’altro genitore. Comunicare l’Iban per il pagamento, sottoscrivere le dichiarazioni di responsabilità, e concedere l’assenso al trattamento dei dati.
Per fare la domanda serve poi l’Indicatore della Situazione Economica Equivalente, il cosiddetto Isee. Sgombriamo il campo dagli equivoci: l’Isee non è obbligatorio. Ma senza, si incassa solo la somma minima. Gli importi variano a seconda della condizioni economiche della famiglia. Facciamo un esempio. Con Isee sotto i 15mila euro, l’assegno unico sarà di 175 euro al mese per i figli minorenni, e di 85 euro per i maggiorenni fino a 21 anni. Con Isee a 40 mila euro l’assegno si assesta a 50 euro al mese per i minorenni e 25 per i maggiorenni. Previste maggiorazioni dal terzo figlio in poi e per i figli disabili. L'assegno unico verrà accreditato direttamente dall'Inps, via bonifico, sull’Iban comunicato. La richiesta va poi rinnovata tutti gli anni.
Ebbene, l’Inps sta lavorando per armonizzare le procedure e renderle il più fruibili possibile. Sono state molte, per esempio, le domande respinte (...).