Come stanno i bambini rimasti gravemente ustionati nell'incidente all'asilo di Osio Sopra
Intervento di tre ore per il bambino al Niguarda; stabile, ma in terapia intensiva la bambina al Buzzi di Milano. Una è stata dimessa dal Papa Giovanni
Mentre proseguono le indagini e mentre il quadro della situazione cerca di essere definito in modo più chiaro, arrivano notizie sulle condizioni dei cinque bambini rimasti coinvolti nel drammatico incidente di lunedì 30 maggio nel giardino della scuola dell’infanzia di Osio Sopra.
Dalla buona notizia della dimissione dall’ospedale di Bergamo di una delle bambine rimaste meno gravemente colpite dall’incendio divampato, si passa a quelle che lanciano maggiore preoccupazione sulle condizioni del bambino ricoverato in terapia intensiva al Niguarda. Le ustioni di primo e secondo grado sul suo piccolo di 3 anni e mezzo, localizzate soprattutto su volto e arti, hanno reso necessario un intervento chirurgico durato ben tre ore. Per il bambino, residente con la famiglia a Osio Sotto, sono previsti almeno altri tre mesi in ospedale.
Resta in terapia intensiva anche la piccola che aveva compiuto 4 anni proprio il giorno dell’incidente e che, una volta a casa dopo scuola, avrebbe voluto festeggiare il compleanno con la nonna, nata anche lei lo stesso giorno. La bambina è invece da due giorni al Buzzi di Milano, dove le sue condizioni sembrano stabili, ma la prognosi è ancora riservata. La mamma non vuole sbilanciarsi sull’accaduto e rimette tutto alle indagini, riponendo fiducia negli organi preposti a fare luce e chiarezza sulla tragedia che, oltre a sua figlia, ha visto altri quattro bambini e tre adulti coinvolti, per un totale di otto persone. Meno gravi le condizioni degli altri due bambini ricoverati al Papa Giovanni di Bergamo.
All’origine del tutto, sembra esserci il tentativo di cucinare dei marshmallow all’interno delle attività di orienteering previste per quella mattinata. I cinque bambini feriti si trovavano proprio intorno al fuoco, non si sa se già acceso o in procinto di far scattare la scintilla, quando un genitore ha versato del bioetanolo, provocando la fiammata. Per fortuna, la restante parte della classe, la sezione dei Blu, si trovava invece sparsa per il giardino.
Le indagini dei carabinieri di Treviglio e le perizie dei Vigili del fuoco stabiliranno l'esatta dinamica dell'accaduto e nel frattempo la Procura di Bergamo ha aperto un fascicolo con l'ipotesi d'accusa di lesioni gravissime, al momento a carico di ignoti. La pm Silvia Marchina, titolare dell'indagine, ha effettuato un sopralluogo sul posto poche ore dopo l’incidente e in questi giorni le istituzioni preposte alle indagini stanno proseguendo con interrogatori e rilievi per dipanare le dinamiche e vagliare le responsabilità dei presenti.
Sui social, la discussione sulle responsabilità non è potuta che divampare, alimentata da chi è ancora sconcertato per il fatto che qualcuno possa aver avuto anche solo l’idea di accendere un falò a scuola, ricordando il vecchio proverbio «non si gioca con il fuoco», e chi invece difende l’eccellenza della scuola, dove in genere ogni dettaglio, soprattutto in merito di sicurezza, viene curato con la massima attenzione.