A mercato chiuso solo 12 partite: il paradosso di una stagione in cui tutto è nuovo
Rispetto alle ultime annate, saranno poche le partite della prima metà di stagione che si giocheranno a trattative chiuse

di Fabio Gennari
Il mercato estivo, quello in cui si costruiscono le squadre che devono poi durare tutto l'anno, nella stagione 2022/23 inciderà sulle prime quindici gare ma sarà definitivo solo per dodici partite ufficiali (l'anno scorso furono 23, tra campionato e coppe, quelle disputate). Quello di riparazione, che inizia a gennaio, riguarderà invece ben 23 gare di campionato più quelle di Coppa Italia. Il paradosso di una stagione decisamente anomala rispetto al recente passato nerazzurro è tutto qui, nelle date e nei tempi, ma anche nelle strategie: adesso bisogna investire per un numero di sfide ufficiali molto diverso da quelle che attenderanno la Dea dopo il Mondiale.
Facciamo ordine. Il campionato inizierà il 13 agosto contro la Sampdoria. Le gare contro liguri, Milan (21 agosto) e Verona (28 agosto) si giocheranno con le trattative ancora aperte: la sfida con il Torino dell'1 settembre si disputerà con il mercato appena concluso e quindi sarà la prima con la rosa definitiva a disposizione. Fino al 13 novembre, giorno dello stop prima della rassegna intercontinentale, si giocheranno complessivamente 12 partite in cui la rosa non potrà cambiare. Pochissime.
A gennaio ci sarà poi un'ulteriore finestra di riparazione ma, paradossalmente, ci si troverà a far i conti con il post Qatar e quindi ci potrebbero essere accorgimenti e operazioni per migliorare la squadra o risolvere eventuali problemi che, oggi, non sono prevedibili. Durante la conferenza stampa di presentazione, il direttore sportivo D'Amico ha detto che questa nuova tempistica non cambia lo scenario, ma qualcosa di diverso, inevitabilmente, va messo in conto. Magari sugli innesti la strategia può restare invariata (a Gasperini serve tempo per lavorare con i nuovi), ma per le uscite il discorso merita attenzione.
Un paio di esempi? Carnesecchi e Maehle. Il portierino dell'Under 21 è fermo dopo l'operazione alla spalla. Oggi il suo mercato è quasi nullo, la Lazio avrebbe voluto prenderlo a prezzo di saldo ma con il rientro tra i convocabili previsto per metà ottobre e quindi poche partite a disposizione prima della sosta, logica vuole che il classe 2000 riminese si prenda tutto il tempo necessario per guarire e poi a gennaio si deciderà il suo futuro. Per l'esterno danese, molto chiacchierato sul mercato, la possibilità di giocare in Qatar da protagonista con la Danimarca (con cui fa sempre benissimo) è dirimente per il futuro: aspettare gennaio significa contare molto sulle sue motivazioni attuali per arrivare al top in Qatar e, magari, sfruttare la vetrina intercontinentale per metterlo in mostra in vista di gennaio.