Annullato il Daspo del 2018: il Tar dà ragione al Bocia e "bacchetta" la questura di Bergamo
Una sentenza che cambia tutto: al capo ultrà quella "sanzione" è costata un processo penale. Galimberti sarà risarcito di duemila euro
di Andrea Rossetti
Un successo dolce-amaro, ma che potrebbe regalare al Bocia piacevoli sorprese in un futuro non troppo lontano. Lo storico leader della Curva Nord atalantina, al secolo Claudio Galimberti, ha messo a segno un punto tutt’altro che banale nella sua personale sfida instaurata ormai anni fa con la Questura di Bergamo. Il Tar, infatti, il 12 luglio ha annullato il Daspo emesso a carico del Bocia il 29 maggio 2018 e che allungava di un anno e mezzo il divieto di frequentare stadi (e zone limitrofe). Il provvedimento era stato preso dopo che Galimberti, nel febbraio dello stesso anno, era stato visto a Dortmund nel giorno in cui l’Atalanta affrontava in Europa League la locale formazione del Borussia, aveva assistito a un match della Primavera nerazzurra e aveva insultato un esponente delle forze dell’ordine incontrato per caso per strada. Tutti fatti avvenuti nel giro di una decina di giorni.
Sebbene la tempistica della sentenza renda vano, di per sé, il provvedimento (l’anno e mezzo è già bello che trascorso), le motivazioni della stessa smontano parte delle accuse mosse dalla Questura di Bergamo, in questi anni, contro il Bocia e permettono a quest’ultimo di contrattaccare. Nello specifico, il Tribunale Amministrativo ha spiegato che sebbene non ci siano dubbi che Galimberti fosse a Dortmund nel febbraio 2018, la Polizia non ha prove che si sia recato allo stadio; circa la partita della Primavera, invece, quella gara non rientrava nell'elenco di «eventi preclusi al ricorrente»; infine, gli insulti al poliziotto nulla c’entravano con un evento sportivo.
Una sentenza che, come dicevamo, non è affatto cosa da poco. Proprio sulla base di quel Daspo, infatti, nel marzo 2021 il Bocia aveva rimediato un ulteriore Daspo, questa volta di ben otto anni, per essere stato visto nei pressi dello stadio di Terni in occasione di Ternana-Bari. Ora il legale di Galimberti chiederà l’annullamento di quel provvedimento, emesso per violazione di un precedente provvedimento rivelatosi illegittimo. Parallelamente, Galimberti farà valere questa stessa tesi anche nel processo penale che lo vede imputato proprio per violazione di Daspo.
E non è tutto. Il Tar, infatti, ha anche condannato il Ministero dell’Interno a risarcire il Bocia di duemila euro per le spese di giudizio sostenute. Chissà che questa vittoria non possa anticipare un ritorno di Galimberti allo stadio. E pure a Bergamo, dato che lo storico capo ultrà nerazzurro, oggi residente nelle Marche, ha sempre detto che non avrebbe rimesso piede nella sua città finché gli sarebbe stato vietato l’ingresso nell'impianto di viale Giulio Cesare.