Le parole di Sandra Fratus dopo l'accoltellamento: «Non volevo, mi ha picchiata ma lo amo»
La donna, che resta in carcere, ha confessato raccontando tutti i particolari di quella sera tra il 25 e il 26 novembre
Resta in cella Sandra Fratus, la donna originaria di Romano che nella notte tra il 25 e il 26 novembre ha accoltellato al petto il compagno nigeriano Ernest Emperor Mohamed nel suo bilocale di Morengo, uccidendolo. Il gip Lucia Graziosi, nella sua ordinanza, ha confermato il carcere per la cinquantunenne per la sua «spiccata pericolosità sociale»: il rischio, come ha sottolineato il giudice, è che sia di nuovo violenta poiché non saprebbe gestire i propri impulsi e perché abusa di droga. Un quadro di «sostanziale emarginazione sociale». Non sono stati ipotizzati, allo stato, i futili motivi, ma è stata invece formulata l'aggravante del rapporto di convivenza.
Nella ricostruzione effettuata dal gip, inoltre, sono emersi nuovi dettagli sulla sera dell'omicidio. «Non volevo, mi ha picchiata, lo amo» sarebbero state le prime parole di Fratus ai carabinieri. Il rapporto tra la donna e Mohamed era turbolento, fatto di litigi e - soprattutto - tante botte e violenze di lui nei confronti di lei. La cinquantunenne era originaria di Romano, da circa un anno viveva però a Morengo. Aveva conosciuto la vittima nel 2017, da cui era nata una relazione tossica e a fasi alterne, interrotta e poi ripresa. Lui era infine andato a vivere nell'appartamento di lei, in via Umberto I a Morengo.
Secondo i nuovi dettagli, riportati da Corriere Bergamo, venerdì notte la Fratus riportava un'ecchimosi sotto l'occhio destro e diversi graffi sugli avambracci, oltre a segni di violenze precedenti. Nella sua confessione, la donna ha raccontato tutto. Il compagno la umiliava e offendeva, ha spiegato al pm Emma Vittorio. Le diceva che era vecchia e gli «faceva schifo». Una situazione che si ripeteva spesso, anzi «sempre». Nonostante ciò, lei ha continuato a restare con lui: il giorno precedente all'omicidio erano perfino andati insieme a cercare casa, volevano sposarsi.
Quella notte, la cinquantunenne era sotto effetto della droga: ne abusava, come ha scritto il gip. La mattina del 25 novembre Mohamed era uscito di casa alle nove del mattino, doveva dare l'esame della patente a Novara. Lui ritardava il rientro, perciò lei lo ha chiamato ripetutamente: sospettava che si fosse fermato a bere da qualche parte insieme agli amici. Si fanno le ventidue e il trentenne è rientrato a casa, arrabbiato, sferrando calci al calorifero perché non trovava il caricabatterie. Lei avrebbe cercato di calmarlo, ma lui l'avrebbe invece spinta sul letto torcendole un braccio e dandole anche una gomitata.
Dopodiché Fratus gli ha preparato la cena, spiegando che era abituata a stare in piedi mentre lui mangiava: senza il suo permesso, non poteva sedersi. In quegli attimi, però, si è presentato a casa anche il figlio ventitreenne della donna. Entrambi, sia Fratus che Mohamed, si sarebbero arrabbiati. Così la donna è andata in cucina a buttare la cena. Lui l'ha raggiunta e l'ha colpita in volto, forse uno schiaffo o un pugno. Questione di pochi attimi e lei ha afferrato il coltello che si trovava sul tavolo e ha colpito il compagno in pieno petto.
Il figlio ha chiamato il 118 ed entrambi, seguendo le istruzioni dell'infermiera, hanno effettuato il massaggio cardiaco. Sul posto sono, successivamente, arrivati i sanitari del 118 e i carabinieri di Treviglio, ma Mohamed era già morto. Sandra Fratus, invece, è stata arrestata.