Processo

Omicidio di Fara, la madre di Romina in aula: «Vive negli occhi dei figli»

Caduta l’ipotesi di infermità mentale per Carlo Fumagalli, che verrà interrogato dal pm nella prossima udienza

Omicidio di Fara, la madre di Romina in aula: «Vive negli occhi dei figli»
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Il processo a Carlo Fumagalli, l’operaio originario di Vaprio che il 19 aprile 2022 uccise annegandola Romina Vento a Fara Gera d’Adda, dopo essersi lanciato con l’auto nel fiume, è cominciato ieri (venerdì 24 febbraio). In aula, come riportato oggi dal Corriere Bergamo, oltre all’imputato c’erano anche la madre della vittima, Sofia Venerina, che si è costituita parte civile con il fratello della donna, Luca Vento, ed i due figli minorenni, nati dalla relazione tra l’omicida e la vittima. Presente era anche il figlio primogenito trentenne dell’uomo.

«Sento Romina presente in ogni momento accanto a me, anche oggi», ha detto la madre in tribunale. In seguito, ha affidato le sue dichiarazioni all’avvocato Eleonora Radaelli: «Anche se il dolore e il vuoto saranno insuperabili nella vita di ogni giorno, Romina vive negli occhi dei suoi figli e, grazie anche all’amore trasmesso al fratello, mi dà la forza di andare avanti».

I difensori di Fumagalli, Luca Bosisio e Carmelo Catalfamo, hanno sollevato una questione di illegittimità costituzionale sull’aggravante contestata, che potrebbe portare il loro assistito a ricevere l’ergastolo: è quella della convivenza «more uxorio», dato che l’omicida viveva ancora con la vittima. La difesa ritiene irragionevole la disparità di pena tra questa aggravante e quella nel caso in cui, invece, fossero stati ex conviventi, che comporterebbe dai 21 ai 24 anni. «Mi sembra più grave la situazione di una persona che va a cercare l’ex convivente per attingerla a morte, rispetto a un raptus tra persone che vivono stabilmente», ha affermato Bosisio nel corso dell’udienza.

Attenuato ormai l’aspetto del disagio psicologico che Fumagalli avrebbe mostrato in seguito all’assassinio: certo, l’uomo era in cura ma aveva interrotto le sedute poco prima, ma il consulente del pm ha accertato che fosse in grado di intendere e volere al momento del delitto, una valutazione rispetto alla quale la Difesa non ha avanzato dubbi. La prossima udienza è fissata al 10 marzo: se i giudici dovessero respingere l’istanza dei legali dell’imputato, sarà lui a rispondere alla sbarra alle domande del sostituto procuratore Carmen Santoro, dopo aver acconsentito all’esame.

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