Il paradosso di Atalanta-Juve? Lascia più fiducia una sconfitta di tante altre vittorie
I bergamaschi hanno giocato bene ma gli episodi hanno girato a favore della Juventus. Brutti i cori a Vlahovic, ora aspettiamo il Giudice Sportivo
di Fabio Gennari
Partiamo dalla fine e da quei cori che sono certamente un pessimo biglietto da visita per chi ha visto ieri la partita (allo stadio e in tv). Gli insulti a Vlahovic, indipendentemente da tutto, vanno condannati e non fanno certo fare una bella figura a una tifoseria che non è razzista ma che ieri, a causa di quei cori, ha fatto davvero una brutta figura.
Ora è tutto nelle mani del Giudice Sportivo, nelle prossime ore ci sarà una decisione e tutto dipende da cosa hanno scritto i delegati sui referti.
Tornando al campo, l'Atalanta ha fatto una signora partita e ha perso contro una Juve oggettivamente brutta da vedere, capace di giocare da provinciale e capitalizzare al massimo prima un errore in uscita di Zappacosta e poi un contropiede a partita finita.
L'Atalanta si è fermata ai due pali e a qualche situazione in cui si poteva concludere più velocemente e con maggior precisione. Ai sostenitori bergamaschi resta in bocca il sapore amaro della sconfitta, ma anche negli occhi una prestazione che lascia fiducia per il finale di campionato.
La Dea ieri non aveva cambi e Gasperini ne ha usato uno in avvio di ripresa per provare a vincerla. Inserire Boga è stato giusto, forse si poteva togliere Pasalic e non Ederson già nell'intervallo oppure aspettare un po' di più. Ma l'intento era chiaro: ci sono andato vicino nel primo tempo, provo a vincerla nel secondo. È successo di perderla, ma questa volta il rischio valeva l'obiettivo. E la scelta è stata coraggiosa, anche se i tempi si potevano gestire meglio.
Certo, a Salerno sarà importante recuperare Hojlund e Lookman (almeno uno è necessario, entrambi sarebbe importantissimo ma è dura) e sul campo dell'Arechi la Dea può prendere punti davvero preziosi.