Un po' di chiarezza

La verità sulla falsa notizia delle quattro moschee previste dal nuovo Pgt di Bergamo

Jannone e Carrara dicono che sono destinati solo agli islamici, ma non è vero: anche copti, mormoni e ortodossi chiedono spazi

La verità sulla falsa notizia delle quattro moschee previste dal nuovo Pgt di Bergamo
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di Andrea Rossetti

«La delibera di approvazione del Pgt (Piano di governo del territorio, ndr) va annullata nella parte in cui omette di apprezzare, attraverso una corretta e completa istruttoria, quali e quante realtà sociali espressione di religioni non cattoliche, in ispecie islamiche, esistano nel Comune; di valutare le loro istanze in termini di servizi religiosi e di decidere motivatamente se e in che misura esse possano essere soddisfatte nel Piano dei servizi». Questa è parte della sentenza con cui il Tar, nel gennaio 2014, bocciò il Pgt dell’allora Amministrazione di Brescia poiché non aveva previsto al suo interno la definizione di spazi che potessero essere destinati a fini religiosi.

Ed è da questa sentenza che bisogna partire per capire il motivo per cui, nel nuovo Pgt (al momento non ancora né discusso né, tanto meno, approvato) scritto dalla Giunta Gori, sono state individuate quattro aree dove, chi vorrà, potrà realizzare dei luoghi di culto.

Quali sono le aree indicate

Gli immobili sono stati individuati dall’Amministrazione dopo aver aperto ad aprile una manifestazione di interesse che ha concesso a chiunque fosse proprietario di uno spazio di mettere a disposizione il proprio bene a questo fine.

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L'immobile di via Corti (perpendicolare di via San Bernardino) che potrebbe diventare luogo di culto

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Via Arnoldi è una strada a fondo chiuso davanti alla pista di atletica del Coni

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In via Canove, a Campagnola, c'è un solo immobile inutilizzato ed è questo

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L'ingresso della ex Fervet di via Rovelli , vicino a un altro dei luoghi indicati

Delle cinque proposte pervenute, solo quattro sono state accolte (una quinta riguardava un’area non edificata). Sono tutti immobili “periferici”, situati in zone poco centrali. Il più pronto è probabilmente quello in via Corti, vicino a via San Bernardino, praticamente di fronte alla sede cittadina della Litostampa.

È anche vero, però, che si trova in una zona residenziale a differenza degli altri tre immobili, meno pronti all’uso ma in posizioni meno “problematiche”, ovvero in via Arnoldi (strada dissestata che guarda la pista di atletica del Coni), in via Canove (strada chiusa in Campagnola perpendicolare a via Zanica) e tra via Borgo Palazzo e via Rovelli, in Celadina, nei pressi della ex Fervet.

Quattro moschee? Falso

Sebbene la volontà della Giunta di prevedere spazi per l’edificazione di nuovi luoghi di culto fosse nota da tempo (nel programma con cui il sindaco Giorgio Gori è stato eletto era scritto chiaramente), quanto previsto nel nuovo Pgt ha creato molte polemiche.

Il primo ad alzare i toni è stato l’azzurro Giorgio Jannone, che ormai da qualche tempo, sui social, si dimena come un luccio preso all’amo alla costante ricerca di attenzione politica in vista delle Comunali dell’anno prossimo.

L’ex parlamentare si è prima chiesto se sia «davvero una priorità per la città» la previsione di quattro nuovi luoghi di culto e poi si è spinto oltre, affermando che «è certo che i nuovi templi saranno moschee», aggiungendo anche che «la Giunta Gori si era già resa coprotagonista dello scandalo noto come “Qatargate”, intervento finalizzato alla islamizzazione del territorio lombardo e bergamasco mediante la costruzione di imponenti moschee, grazie all’utilizzo di fondi del Qatar, peraltro di dubbia provenienza (allora era intervenuta la Magistratura)».

Affermazioni irresponsabili. Perché la questione legale citata, riguardante un immobile in via San Fermo, in realtà non vede coinvolto Palazzo Frizzoni. Anzi (...)

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