Le turbolente nomine del presidente della Provincia alla Fondazione Istituti Educativi
Gandolfi alla fine trova la quadra (ma che fatica!). Mal di pancia, sgarri e veti incrociati fra Pd, Lega e Forza Italia. Ma il bello deve ancora venire
di Wainer Preda
Il presidente della Provincia Pasquale Gandolfi ha deciso. Il nuovo consiglio d’amministrazione della Fondazione Istituti Educativi sarà composto dagli uscenti Mauro Bonomelli (presidente) e Matteo Rossi, da Jacopo Riganti e Romina Rigamonti e da Adriana Bellini.
La scelta è arrivata al termine di mese politicamente travagliato e di due giorni di fuoco, con finale a sorpresa. Se su Uniacque tutto è filato liscio (cda riconfermato in toto, col beneplacet dei partiti), sugli Istituti il confronto fra Pd, Lega e Forza Italia è stato aspro e non privo di colpi bassi, fino all’ultimo.
E si capisce. Al di là delle attività culturali e benefiche, la Fondazione è colosso immobiliare da un centinaio di milioni. Possiede edifici in città, come il bellissimo hotel Santo Spirito, e a Treviglio. Appartamenti e cascine. E soprattutto terreni, alcuni in posizione strategica, come quelli su cui dovrebbe passare l’autostrada Dalmine-Treviglio e il circondario che interessa all’agricoltura ma anche, in futuro, alla logistica. E su questioni politiche così importanti i partiti vogliono, legittimamente, dire la loro, attraverso i rappresentanti in cda.
Il Cda: chi sta con chi
Il Pd incassa due poltrone (ne aveva quattro). Mantiene la presidenza andata a Bonomelli, ex sindaco di Costa Volpino ed esponente dell’area dem che fa capo a Giovanni Sanga. In quota Pd c’è anche l’ex presidente della Provincia, Matteo Rossi, primo sostenitore di Elly Schlein durante la campagna congressuale.
La Lega porta a casa due consiglieri (non ne aveva neanche uno): il trevigliese Jacopo Riganti (di Castel Cerreto) e l’assessore di Telgate Romina Rigamonti, nome di fiducia del segretario provinciale Fabrizio Sala, che dello stesso paese è sindaco. Forza Italia mantiene il suo esponente in Cda. È ancora una donna, il sindaco di Credaro Adriana Bellini, la più votata alle Regionali dopo Jonathan Lobati.
Quello adottato dal presidente della Provincia è stato, dunque, una sorta di manuale Cencelli. Lo schema 2-2-1 (due al Pd, due alla Lega e uno a Forza Italia) è lo specchio degli equilibri in consiglio provinciale. Non tutto però è filato liscio, anzi.
Retroscena: giorni turbolenti
Sui nomi, prima di tutto. La Lega, visto che il 60 per cento dei terreni della Fondazione si trova nel Trevigliese, voleva un consigliere di laggiù. E l’ha avuto. Ma non è riuscita a ottenere la presidenza, a cui puntava.
Fra martedì e mercoledì, il Carroccio ha provato a incidere, ma ha trovato la ferma opposizione del Pd che voleva come presidente Matteo Rossi. Sala ha risposto picche. E allora la Lega trevigliese - piuttosto impropriamente a dire il vero - avrebbe tentato il blitz, facendo sapere a Gandolfi di essere favorevole alla (...)