Carona, villaggio minerario del 690 d.C. portato alla luce dagli scavi del Museo Archeologico
Le operazioni hanno permesso la scoperta di una fucina di età longobarda, con due basso fuochi per l'estrazione del ferro
Si procede di estate in estate, con campagne di scavi stagionali per cercare ogni anno di aggiungere un tassello in più a quel complicato quadro di spostamenti che caratterizzò la Val Camisana a cavallo tra il VII e l'VII d.C., fino anche al XV. Un viavai che ha lasciato segni, tutti però da scoprire, portare alla luce, interpretare, comprendere e divulgare.
La scoperta: una fucina del 690 d.C.
Gli scavi promossi dal Civico museo archeologico di Bergamo hanno anche quest'anno permesso di portare alla luce nuovi reperti nella zona di Carona. L'Eco di Bergamo riporta le parole di Stefania Casini, direttrice dell'ente museale: «Abbiamo trovato un villaggio minerario dove in età longobarda si estraeva ferro. La novità è che abbiamo trovato due basso fuochi che servivano proprio per estrarre il minerale. Attendiamo i risultati della datazione al carbonio 14, ma possiamo dire che la fucina è del 690 d.C».
Il mistero insoluto
Nel complesso, come si vede dalle immagini, sono stati ritrovati anche muri di alcuni edifici, in particolare di una baita con una fossa che contiene, davanti all'ingresso, le ossa di un cervide o di un capride. Questo materiale sembra ricondurre a un rituale di fondazione, forse un sacrificio animale che aveva funzione di buon auspicio e protezione. La questione resta ancora da approfondire.
Lavoro di squadra
Gli scavi, resi possibili grazie a una convenzione ministeriale attiva dal 2014, sono sostenuti e promossi dal Comune di Bergamo, ma sono resi possibili grazie alla collaborazione con il Cai di Sesto San Giovanni, il Cai di Piazza Brembana e il Comune di Carona per il supporto logistico.