L'escursione consigliata

La poco conosciuta Val Camisana, un luogo magico dove la natura si lega alla storia

Antichi sentieri e vette dimenticate nascondono dei grossi blocchi di pietra che raccontano vicende risalenti a 2.500 anni fa

La poco conosciuta Val Camisana, un luogo magico dove la natura si lega alla storia
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di Angelo Corna

In alta Val Brembana, nella zona compresa tra il monte Aga e il Pizzo del Diavolo di Tenda, si trova la poco conosciuta Val Camisana. Un luogo che possiamo definire magico, posto a pochi passi dalla sorgente del fiume Brembo, custodito da montagne severe e quasi minacciose.

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3 - Val Camisana
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5 - Val Camisana
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6 - Val Camisana
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7 - Val Camisana
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8 - Val Camisana
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9 - Val Camisana
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10 - Val Camisana
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Qui, tra stambecchi e marmotte, i panorami si fondono con la storia: antichi sentieri e vette dimenticate nascondono quelle che negli anni sono diventate “le incisioni della Val Camisana”. Grossi blocchi di pietra che raccontano storie risalenti a 2.500 anni fa, messaggi lasciati dai primi abitanti della valle. Forse davvero un luogo magico, una zona sacra e di culto frequentata da pastori e cacciatori, o un’antica via di comunicazione fra Valle Seriana e Valle Brembana. Per gli studiosi resta il mistero; a noi resta il fascino della riscoperta.

Per toccare con mano le bellezze della Val Camisana dobbiamo "rassegnarci" a camminare per alcune ore. Il percorso trova partenza da Carona e per il primo tratto è marchiato dal segnavia Cai 210, classica carrareccia che conduce ai rifugi Calvi e Longo. Transitando per il borgo di Pagliari, raggiungiamo la bella cascata della Valsambuzza. Ignoriamo il segnavia che piega in direzione del Passo del Publino e del Pizzo Zerna e continuiamo lungo la larga strada.

Poco più di un’ora di cammino ed ecco apparire il lago del Prato, bivio per i rifugi Calvi e Longo. Per raggiungere quest’ultimo pieghiamo a sinistra (segnavia Cai 224), guadagnando quota inizialmente con ampi zig-zag e poi proseguendo a mezza costa lungo le pendici del monte Sasso. Ignoriamo anche il segnavia che indica il Passo di Venina (e il dimenticato Monte Masoni) e raggiungiamo, dopo poco più di due ore di cammino, il tanto sospirato rifugio. Una pausa è più che meritata…

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