Baby gang scatenate: inaccettabile che i ragazzini spaventino Bergamo
Dopo la rissa di domenica scorsa in centro città, destra e sinistra giocano alla scaricabarile. Ma servono interventi urgenti
di Wainer Preda
Che altro deve succedere per dare un drastico giro di vite? È quel che si domanda il bergamasco medio di fronte alla mega rissa che domenica 20 agosto ha “allietato” il noioso e afoso pomeriggio cittadino.
Gli scontri in Porta Nuova
Le 16.30, ai Propilei, pieno centro di Bergamo. Un centinaio di ragazzini belligeranti si dà appuntamento attraverso i social network. Italiani, marocchini, tunisini, senegalesi. Vengono da Zingonia, Verdello, Ponte San Pietro, Seriate. Raggiungono la città in treno. E per un pomeriggio, della città diventano padroni.
Marciano verso Porta Nuova, minacciosi e strafottenti. Vogliono farla pagare a quelli là, gli egiziani, che stanno ai Propilei. Raid, spedizione punitiva. Con un solo obbiettivo: una zuffa da Far West contro i rivali. Motivo: uno sgarro. Forse il furto di un maglione. Forse un giovane disabile bullizzato.
Certo è che per regolare i conti volano insulti e gomitate, cazzotti e calcioni. Qualcuno estrae il coltello, altri brandiscono catene di biciclette. Il risultato è un quindicenne ferito non grave, tre medicati con contusioni alla testa o ferite lievi, da arma da taglio, alle mani. Gli altri feriti o contusi, se c’erano, si sono dileguati.
Sì perché sul posto sono arrivate le volanti della Questura, le gazzelle dei Carabinieri, le auto e moto della Polizia locale. Una trentina di agenti in tutto, che resteranno a presidiare la zona fino alle 20,30. Ma che non faranno in tempo a fermare l’altro idiota che, dalle Mura, scaglia un monopattino e solo per un soffio non provoca una tragedia.
Gli agenti, in stazione, identificano i primi sei giovani. Alla fine saranno sette gli indagati, quattro minorenni e tre maggiorenni. Rissa aggravata, è la contestazione. Inutile chieder loro i nomi degli altri. O non li sanno o, se sanno, fingono di non conoscerli. L’obiettivo delle Forze dell’Ordine, però, è beccarne il più possibile. Per questo (...)