precipitata dalla finestra

Troppe e discordanti le versioni della colf accusata di aver ucciso Rosanna Aber a Colognola

Né i parenti né la polizia hanno creduto all'ipotesi del suicidio. La donna delle pulizie, accusata, resterà in carcere

Troppe e discordanti le versioni della colf accusata di aver ucciso Rosanna Aber a Colognola
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Stava pulendo il pavimento o rassettando il bagno. Oppure, addirittura, avrebbe cercato di salvarla. Sono troppe e confuse le versioni che la colf ucraina di Rosanna Aber ha dato a vari interlocutori per spiegare dove fosse e cosa stesse facendo mentre la donna, 77enne, cadeva da una finestra del suo appartamento al quarto piano in via Einstein a Colognola. Era il 22 aprile 2022 e subito i parenti non credettero al suicidio, arrivando a sporgere denuncia nei confronti della colf, che, a seguito delle indagini, è stata arrestata a inizio novembre.

Sicuramente non un suicidio

Sicuramente, a pesare sulla decisione della gip di arrestarla con l'accusa di omicidio  ci sono le tante e varie dichiarazioni rilasciate nei momenti successivi alla morte dell'anziana. Principali testimoni sono i passanti e i residenti della zona che accorsero una volta sentito il tonfo.

È a loro che la colf avrebbe fornito versioni varie e discordanti sull'accaduto, e non è mancato chi abbia notato lo stato calmo della giovane di fronte all'anziana a terra. Inoltre, come ricorda il Corriere Bergamo, non c'erano sgabelli sotto la finestra e il letto non era sgualcito, pertanto la polizia è convinta che la 77enne non si sia tolta la vita né che sia caduta. Il davanzale è troppo alto per scivolare: 93 centimetri, con la vittima alta 1 metro e 51.

Il possibile movente

Non solo, sebbene manchi la pistola fumante, la colf avrebbe avuto anche un movente: i debiti da migliaia di euro, contratti con parenti ed amici, per ludopatia. È provato che la colf prelevò duemila euro al Bancomat dal conto della Aber. Secondo una ricostruzione, la signora, guardando l'estratto conto, avrebbe chiesto spiegazioni alla filiale, capendo che qualcuno doveva aver effettuato dei prelievi a sua insaputa.

Per ora quindi, la giovane accusata di omicidio, che ha marito e figlia a Scanzorosciate, resta in carcere. La sua scelta difensiva, concordata con l'avvocato Andrea Pezzotta, è di non tentare la strada del tribunale del Riesame.

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