I Comuni bergamaschi spendono tanto per il sociale, ma aumentano le tasse locali
I dati del 2022 mostrano un incremento delle imposte comunali del 4,35 per cento, le entrate da trasferimenti cresciute del 3,5 per cento
«L’emergenza sta diventando normalità». A dirlo è Angelo Murabito, segretario Cisl di Bergamo, che ha voluto commentare i risultati della ricerca effettuata sui bilanci dei Comuni (gli ultimi disponibili, quelli del 2022).
Secondo l’indagine, infatti, la spesa per il sociale mantiene le cifre che si erano evidenziate con la pandemia del 2020, anche se la mano pubblica inizia a soffrire per le nuove necessità del post-Covid.
Faticosa risposta alle richieste
«I comuni rispondono con sempre più fatica alle richieste e l’incremento di risorse dall’Amministrazione centrale, che comunque viene annotato, non ha frenato la crescita delle entrate tributarie locali, che registrano complessivamente un +4,35 per cento sull’anno precedente, raggiungendo e superando abbondantemente quota mezzo miliardo (521 milioni di euro) per l’insieme dei 243 Comuni».
Negli ultimi due anni c'è stata una forte domanda di protezione sociale, con territori di intervento che prima della pandemia non esistevano (per esempio dispersione scolastica, politiche abitative e politica del lavoro). Se da un parte la gestione associata è in crescita, risulta anche vero che molti Comuni, soprattutto nelle valli, stanno riflettendo su come riuscire a rivedere l’intera architettura dei servizi.
Entrate e tasse comunali
Nel 2022, le entrate da trasferimenti registra un aumento del 3,6 per cento sull’anno precedente: la portata dei trasferimenti, 208 milioni di euro a carattere provinciale, risulta decisamente superiore alla media degli anni prima del Covid. Con l’eccezione di due Ambiti (Val Seriana e Basso Sebino, con trasferimenti inferiori al 2021), il beneficio ha riguardato quasi tutti con punte superiori al +10 per cento nei territori di Treviglio, Romano e Valle Brembana. Rimane il trend di costante aumento delle tasse locali, con un +42,5 per cento nel corso dell’ultimo decennio.
L’aumento dell’imposizione fiscale locale ha le punte più elevate nell’Ambito di Seriate (+8,69 per cento), della Val Seriana (+8,33 per cento), Isola (+6,22 per cento), Basso Sebino (+7.65 per cento), e Grumello (+6,88 per cento). Nel 2022, la voce “Spesa complessiva” tocca valori superiori agli 852 milioni di euro, contro i 733,5 milioni nel 2010. La voce “Spesa sociale” ( che comprende i servizi di asili nido, per l’infanzia e minori, di prevenzione e riabilitazione, le residenze per anziani, assistenza, beneficienza e altro) raggiunge nei 243 comuni la quota record di 144,7 milioni di euro spesi, superando quindi sia l’anno precedente che quello dell’emergenza.
La spesa sociale sul territorio
La spesa sociale si presenta però in modo diverso nei territori: a eccezione di quattro Ambiti (Bergamo, Seriate, Grumello e Romano), che registrano una sua ulteriore espansione, i restanti otto ridimensionano il loro impegno nel raffronto con l’anno precedente, con punte del -7 per cento negli Ambiti Alto Sebino e Alta Valle Seriana. Nonostante gli sforzi degli enti locali, comunque, la propensione sociale dei bilanci comunali perde nell’ultimo anno analizzato quasi l’1 per cento di portata, mentre la spesa sociale pro-capite cresce di quasi un euro a testa (da 130,4 a 131,2 euro).
«Ci vuole l’aggregazione dei Comuni per fronteggiare emergenza e spese, inoltre chiediamo che anche le imprese favoriscano una contrattazione aziendale e territoriale per la tutela e la salute della famiglia - ha concluso Murabito -. L’occasione della nuova programmazione dei servizi sociali nei Piani di zona e l’avvio del Decreto legislativo, con disposizioni sulle politiche per le persone anziane, dovrà quindi tenere conto delle richieste di tutti gli attori sociali del territorio. Sarà necessaria la partecipazione al lavoro di definizione e monitoraggio con i Distretti, gli Ambiti territoriali e le parti sociali».
Il solito: si mettono le mani nelle tasche di chi lavora (si badi bene, non dei ricchi, ma di chi ha redditi da lavoro dipendente) per finanziare le spese dei comuni, che più soldi rastrellano più debiti fanno. È un circolo vizioso che come al solito grava sulla spalle di chi lavora. Al giorno d'oggi non c'è rispetto per chi lavora, che è diventato un bancomat dove prelevare. Il problema è che tutti vanno a prendere i soldi dalle stesse tasche, con l'aumento dei tassi bancari, delle tariffe dell'energia, della addizionali IRPEF, le varie spese obbligate (non quelle che possiamo scegliere di evitare!) e via dicendo.