«Un delitto abbattere la storica portineria dell'ex Italcementi in via Camozzi»
Pubblichiamo una lettera riguardante il grande intervento urbanistico in atto in centro a Bergamo, dove sorgerà un nuovo complesso residenziale
Pubblichiamo la lettera che ci ha inviato una lettrice e che riguarda i lavori in corso in via Camozzi a Bergamo, nel grande spazio dove un tempo c'era l'ex sede Italcementi e in cui sorgerà un nuovo complesso residenziale.
Gentile direttore,
con desolazione ho visto che anche la portineria della vecchia Italcementi, il muro e l’ingresso su via Camozzi sono stati abbattuti. Ero convinta che almeno quel piccolo segno architettonico di un’impresa importante per la nostra città, per la nostra storia, sarebbe stato risparmiato. Invece no, giù anche quell’ultimo lembo di memoria.
Mi chiedo perché: si trattava in fondo di pochi metri quadrati, che non avrebbero inciso sull’aspetto economico e, anzi, avrebbero dato una dignità storica all’intervento edilizio. Un valore in più. Invece no, tutto abbattuto. Eppure si trattava di un manufatto che credo risalga agli anni Venti, che aveva delle caratteristiche tipiche di quel tempo, ancora legato al Liberty. Com’è possibile che non fosse in qualche modo vincolato? Anche perché aveva un valore storico notevole, restava lì a ricordarci il periodo in cui quella zona, da via Camozzi fin giù alla ferrovia, era l’area industriale di Bergamo, dove si trovavano numerose imprese, opifici, dalle vetrerie, ai copertifici, al macello, ai molini, alla Cisalpinia…
Italcementi era uno di questi opifici, sorto dove un tempo si trovava un mulino la cui ruota era mossa dall’acqua della roggia che ancora scorre all’inizio di via Madonna della Neve, ma che è nascosta sotto il cemento. A proposito: visto che tutti, o quasi, gli edifici sono stati rasi al suolo, perché non si è colta l’occasione per riportare alla vista quel tratto di canale? Vale la pena ricordare che a pochi metri, sotto la via Camozzi, scorre anche il più importante canale della città, la roggia Serio Grande, anch’essa sepolta.
Credo, gentile direttore, che la memoria abbia un valore, perché è l’unica cosa che ci dice che non veniamo dal nulla, ma da una storia faticosamente intessuta dai nostri antenati, dai nostri nonni, dai nostri padri. Cancellare la storia di una città significa cancellare la memoria dei cittadini. Ma, mi chiedo, provate a immaginare che cosa saremmo senza la nostra memoria? Non saremmo nessuno. Uguale è per la città, cancellate la sua storia e non resterà niente, soltanto una superficie disseminata di strade e di edifici senza significato.
Quella demolizione rappresenta un atto gravissimo.
Ormai con Gori e la sua giunta ne abbiamo viste di assurdità. Il 9 giugno 2024 abbiamo l'opportunità delle prossime elezioni amministrative a Bergamo, NON PERDIAMO L'OCCASIONE DI MANDARLI A CASA.
Tutto ciò che è storia, andrebbe conservato e protetto. È un altro scempio come la rimozione dei gradini di Porta San Giacomo (evitabile, senza rinunciare alla passerella). Anziché valorizzare, si distrugge.
I commenti di un'accozzaglia di legaioli qualunquisti. Per fortuna Bergamo è anche altro. Fermo restando che la lettera contiene alcune valide osservazioni, ridurre tutto a tristi battibecchi da pollaio politicante ne svilsce il contenuto.
Condivido pienamente il pensiero e ritengo che come avevo sempre sostenuto e detto dopo questi due mandati comunali la città avrebbe cambiato faccia… SI ma in peggio. Complimenti per l’ennesimo scempio e poi si legge su mega cartelloni “ Signora città “. C’è veramente un amministrazione vergognosa.
Bellissima lettera di cui condivido tutto il pensiero. I vecchi manufatti, se hanno condiviso un evento o un periodo rappresentativo della città, che piacciano o meno, hanno un valore aggiunto che un muro nuovo non ha. Tutto si può fare, compreso inglobare il nuovo con il vecchio, si fa persino per i resti archeologici, basta voler spendere. Ma in comune, probabilmente, pensano che una città senza storia, sia più accogliente per i nuovi italici in arrivo ogni giorno.