Le motivazioni

Chiesta l'archiviazione per le morti sospette all'ospedale di Piario

Il pm Emma Vittorio ha spiegato che per i consulenti non c'è nesso diretto tra decessi e somministrazione del Valium

Chiesta l'archiviazione per le morti sospette all'ospedale di Piario
Pubblicato:
Aggiornato:

Il pm Emma Vittorio ha chiesto l'archiviazione per Anna Rinelli, cinquanta anni ed ex infermiera all'ospedale di Piario, per il fascicolo sulle morti sospette in struttura tra il 2015 e il 2016. Domandato lo stralcio anche per la posizione dell'allora caposala, Paola Bosio.

La richiesta d'archiviazione

Il nome di Rinelli, come riportato oggi (giovedì 30 maggio) dal Corriere Bergamo, fu al centro delle indagini per i decessi di alcuni pazienti, in particolare persone anziane, quando lei era in corsia, la cui presunta causa era stata individuata dall'Accusa nella somministrazione di Valium. L'ipotesi iniziale era di omicidio preterintenzionale, ma poi fu derubricata in maltrattamenti per via delle sedazioni, con la chiusura delle indagini circa sei anni dopo.

Il magistrato aveva ereditato il caso dai colleghi Carmen Pugliese e Franco Bettini, ma nei giorni scorsi ha inviato le notifiche con la richiesta d'archiviazione ai 22 parenti dei 13 pazienti inseriti all'inizio tra le morti sospette. Tuttavia, pare che al momento nessuno si sia rivolto a un avvocato per opporsi alla domanda. La vicenda era iniziata nel 2016, quando dopo i primi sospetti si sequestrarono nel reparto di medicina oltre ottanta cartelle cliniche.

I motivi spiegati dal pm

Tuttavia, a giugno 2016 i due medici legali e il tossicologo incaricati dalla Procura avevano stabilito che non si poteva indicare un nesso di causa-effetto tra la somministrazione del farmaco ed i decessi e durante l'indagine, inoltre, si scoprì che era prassi, anche da parte di altri operatori, somministrarlo ai pazienti agitati.

I maltrattamenti erano stati ricondotti nella versione dell'Accusa alla somministrazione del Valium senza prescrizione medica e, nel caso di un paio di degenti, nell'operazione di contenimento effettuata con fasce addominali e polsiere. L’ipotesi di reato è in ogni caso prescritta, ma il pm ha inoltre spiegato che, per configurare i maltrattamenti, è necessario che più condotte vengano ripetute su una stessa persona, non che siano attuate su diverse per una o poche volte.

L'alternativa era l'accusa di violenza privata, ma sarebbe pure quella finita in prescrizione. Il magistrato, rispetto alle morti, ha illustrato nel documento le conclusioni dei consulenti e il motivo dell'esclusione del farmaco dalle possibili cause dei decessi. Resta da capire se qualche famigliare deciderà di opporsi, altrimenti la questione sarà da considerarsi chiusa.

Seguici sui nostri canali