Che peccato!

L'antico castello di San Vigilio sta andando in malora, solo i volontari lottano per salvarlo

È uno dei monumenti più preziosi di Bergamo, eppure abbandonato da tanti anni. Dal 1980 a inizio Duemila ha ospitato un ristorante

L'antico castello di San Vigilio sta andando in malora, solo i volontari lottano per salvarlo
Pubblicato:

di Paolo Aresi

È uno dei monumenti più antichi e preziosi di Bergamo, eppure è abbandonato da molti anni e alcune sue parti stanno andando in malora. È il castello di San Vigilio, a cui è dedicata una mostra avviata un paio di settimane fa, una piccola mostra con alcune fotografie, mappe e riproduzioni di dipinti antichi, umile mostra che ha il grande merito di riaccendere l’attenzione su un luogo fondamentale per la storia della città.

Si ritiene in quel posto, che domina la Città Alta, potesse esistere una struttura difensiva già in tempi lontanissimi, all’epoca romana. I primi documenti certi comunque parlano di una fortificazione già nel IX secolo. Si definiva a quel tempo “Castrum Capelle” per via della cappella dedicata a Santa Maria Maddalena che si trovava dentro la fortificazione. Si sa che il forte ebbe un ruolo difensivo nell’894, quando Bergamo venne attaccata da Arnolfo, figlio di re Carlomanno.

Restauri

Oggi la situazione versa in una condizione difficile. Bisogna considerare che del sistema difensivo del colle di San Vigilio facevano parte le torri, lo spiazzo superiore, ma anche la casa del Castellano e la casa del Capitano.

Esistevano anche l’alloggiamento per la guarnigione (in tutto una cinquantina di soldati), una polveriera e una strada “coperta” che si snodava più o meno dove oggi si trova una parte della scalinata. Attualmente la casa di Ponente o casa del Capitano (secondo i documenti del Comune) sta andando nella sua parte ovest alla malora; in condizione precaria, disabitata e abbandonata, è anche la casa di Tramontana, o casa del Castellano (secondo i documenti del Comune).

Il castello di San Vigilio

Gli appassionati di storia del castello in realtà ritengono che i nomi vadano invertiti. Infatti, nel suo censimento di fine XVI secolo, Zuanne Da Lezze definiva la casa del capitano come casa di Tramontana (a nord) e la casa del Castellano come casa di Ponente.

Nel 1803 il fortilizio perse la sua funzione difensiva e pochi anni dopo gli austriaci fecero demolire la polveriera e il portale di accesso al castello, che era una pregevole opera di Mauro Codussi, quindi di periodo rinascimentale. In vena di far cassa, gli austriaci misero all’asta gli spazi dell’intero perimetro delle Mura (...)

Continua a leggere sul PrimaBergamo in edicola fino a giovedì 10 ottobre, o in edizione digitale QUI

Commenti
Luciano Gilardi

Consiglio a tutti una bella passeggiata al Castello per visitare la mostra allestita dall'associazione Castrum Capelle. (CONTROLLARE GLI ORARI DI APERTURA). Si apprendono molte informazioni su questa importante anche se non appariscente fortificazione che meriterebbe davvero di essere più conosciuta e valorizzata.

Lino Proietti

Donarlo al FAI potrebbe essere una soluzione, oppure proporlo patrimonio dell'UNESCO !

Giuseppe Boschini

Bergamo capitale della cultura.....

Radames

Il castello deve essere restaurato fare la domanda per proteggerlo come BRNE DELL UNESCO e concentrarsi poi nell’ utilizzarlo come museo , abbiamo tante opere d’arte tenute negli scantinati , diamogli la possibilità di essere visti, e creare mostre convegno simposi che così il castello può essere autonomo. .

Beppe

Perché sig.a Anna lei pensa che in comune ci siano state menti illuminate? E che ci siano? Forse dalle lampadine del lampadari. Pensate ai disastri fatti: piazza Dante piazzale Alpini rondò di Pontesecco la mancata manutenzione di rogge e Morla alberi abbattuti in città sempre più assolata e poi si definiscono green....

Seguici sui nostri canali