Omicidio di Entratico: dopo l'assoluzione l'operaio indiano chiede 150mila euro di risarcimento
Il 62enne Surinder Pal, arrestato con l'accusa di aver assassinato Cosimo Errico, è stato giudicato non colpevole per insufficienza di prove
Si è fatto 571 giorni di carcere preventivo, accusato di omicidio, ma era stato assolto in primo grado e, una volta impugnata la sentenza dal pm, anche in Appello. Adesso, dato che la vicenda giudiziaria non proseguirà in Cassazione, Surinder Pal, indiano di 62 anni, ha chiesto allo Stato un risarcimento di 150mila euro per ingiusta detenzione.
L'uomo per la Procura era colpevole dell'assassinio, avvenuto il 3 dicembre 2020, di Cosimo Errico, professore del Natta, per il quale lavorava alla Cascina dei fiori di Entratico. Al tempo l'immigrato, che abitava a Casazza, svolgeva alla fattoria didattica alcuni interventi in qualità di operaio. Oggi, come riportato dal Corriere Bergamo, dopo quello che è successo, abita a Borgo di Terzo da alcuni conoscenti.
La ricostruzione dell'Accusa
Secondo la ricostruzione del magistrato Carmen Santoro l'indiano, con problemi di alcol e dedito ai piccoli furti anche sul posto di lavoro, quella notte avrebbe puntato agli oltre seicento euro lasciati da una scuola dopo una visita didattica. Scoperto da Errico, gli avrebbe prima inferto 23 coltellate, poi lo avrebbe cosparso di benzina, usando una tanica tenuta in cascina, dandogli fuoco per cancellare le tracce. In seguito, sarebbe andato al quadro elettrico e avrebbe staccato la corrente. Per l'Accusa, solo chi conosceva bene il luogo poteva sapere dove trovare a colpo sicuro il carburante e il pannello per togliere l'elettricità.
Tra gli elementi portati in Aula contro di lui, le impronte insanguinate lasciate dal killer, con una "C" delle scarpe da lavoro marca Carrera, comprate dalla moglie della vittima e che il professore era solito regalare ai dipendenti. Ma anche un dialogo intercettato tra l'allora indagato e il coinquilino Mandip Singh, finito all'epoca pure lui sotto accusa per favoreggiamento e poi assolto.
Nella traduzione della Procura dalla lingua Panjabi, la frase pronunciata era «È stata colpa tua, l'hai ucciso», ma per il perito della Corte il verbo poteva avere vari significati, anche perché i due sull'autobus diretto a Casazza poco prima stavano parlando di un loro connazionale che viveva con loro, ma non pagava l'affitto. Per cui, poteva essere una frase del tipo «Dovevi picchiarlo, lo ha i picchiato?».
Assolto per insufficienza di prove
La tesi del pm alla fine non ha convinto i giudici, che hanno assolto Pal per insufficienza di prove. Nella sentenza di primo grado, gli ermellini sostenevano che si fosse partiti dalla convinzione che fosse lui il colpevole, andando a ricercare un certo significato, in certi casi forzandolo, per alcuni elementi raccolti. Nel corso della sua detenzione in via Gleno, così come al processo, Pal ha sempre avuto un comportamento mite e tranquillo. Quando era in carcere, aveva anche chiesto di poter lavorare come lavapiatti. Adesso lavora in un autolavaggio, ma dopo tutti questi anni parla ancora poco l'italiano.
Se dopo tanti anni non ha neanche imparato la lingua può tornare al suo Paese. Assolto per insufficienza di prove non significa innocente ma solo che gli è andata bene, è andata peggio al professore di sicuro