Le garanzie tecniche e la grande dote che a Bergamo tutti hanno imparato a conoscere
Se si guardano i fatti, è facile identificare i tratti distintivi di un progetto societario che si ripete a cadenze regolari da diversi anni

di Fabio Gennari
Tra le tante pieghe della questione Gasperini, c'è un aspetto che nella valutazione delle "garanzie tecniche" di cui tanto si parla non si può non considerare. Anche perché è nei fatti, riguarda una dote ben precisa che il mister ha praticamente sempre messo in mostra e lo ha reso uno degli allenatori universalmente riconosciuti come i più capaci nella valorizzazione dei calciatori a disposizione. La storia di Gasperini a Bergamo, infatti, racconta di come c'è una tipologia di giocatore ben precisa che, messagli a disposizione, produce grandi risultati.
Ci sono allenatori che lavorano bene solo con i giovani, altri che ottengono risultati solo con calciatori affermati e altri ancora che riescono a far fruttare al massimo le rose a disposizione senza fare richieste particolari. Gasperini è ancora diverso: con lui, un giocatore in cerca di rilancio o con ottime doti che vanno però rifinite, esaltate e migliorate, arriva a essere protagonista.
Pensateci bene, l'Atalanta che ha conquistato per cinque volte la Champions League e ha vinto la finale di Dublino non era fatta di campioni affermati che a Bergamo sono venuti per aiutare a vincere, ma di ragazzi che, attraverso lavoro e fatica, sono arrivati dove nessuno si aspettava.
Se scorriamo la lista dei migliori di questi anni si capisce subito che erano arrivati a Bergamo in cerca di rilancio o di consacrazione. Ogni tanto capita di sbagliare acquisti, ma Gomez, Ilicic, Zapata, Muriel, Lookman, De Ketelaere, Scamacca, Retegui, Ederson, Hien o Pasalic (a titolo di esempio e senza pretesa che l'elenco sia esaustivo) sono tutti elementi che a Bergamo sono diventati grandi grazie alla società che li ha ingaggiati e all'allenatore che li ha guidati nel lavoro quotidiano. Tutto lascia pensare che lo stesso "metodo", con gli stessi attori allo stesso posto, si possa replicare.
Quando i giocatori arrivano all'apice, ci sta che siano cercati sul mercato. In caso di offerte irrinunciabili, è giusto anche sedersi al tavolo, sempre ricordando che non è un problema chi parte, ma chi, successivamente, arriva. Un esempio? Hojlund è andato allo United, l'Atalanta ha preso De Ketelaere e Scamacca e a fine stagione ha vinto l'Europa League. Perché l'Atalanta, intesa come binomio società-allenatore, è la vera risorsa della straordinaria epopea che stiamo vivendo.
Verissimo. Ottimo articolo Sig. Gennari.