il verdetto

Omicidio Bonomelli, niente sconti di pena: confermate in Appello le quattro condanne

La Corte d'Assise di Brescia ha ribadito integralmente i provvedimenti di primo grado per l'omicidio dell'imprenditore 80enne di Trescore

Omicidio Bonomelli, niente sconti di pena: confermate in Appello le quattro condanne
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La Corte d'assise d'Appello di Brescia ha confermato integralmente le condanne di primo grado per l'omicidio di Angelo Bonomelli, imprenditore ottantenne di Trescore Balneario ucciso nel novembre 2022 dopo essere stato narcotizzato e derubato. Dopo tre ore di camera di consiglio, i giudici hanno ribadito la linea accusatoria: fu omicidio volontario con dolo eventuale, non morte come conseguenza di altro reato.

Il verdetto

La Corte presieduta da Eliana Genovese ha pronunciato il verdetto alle 13:20 di mercoledì 21 maggio, confermando 26 anni di reclusione per Matteo Gherardi, 34enne di Gaverina considerato la mente dell'operazione, e per il suo complice Omar Poretti, 26enne di Scanzorosciate. Confermate anche le condanne a 15 anni per Jasmine Gervasoni, 25enne ex compagna di Gherardi, e per Luigi Rodolfo Gherardi, padre 69enne dell'ideatore del piano criminale.

L'imprenditore delle onoranze funebri era stato attratto in una trappola al bar Sintony di Entratico, dove Poretti aveva versato di nascosto del Rivotril nel suo caffè. Una volta incosciente, Bonomelli era stato derubato del cellulare, del portafoglio contenente 120 euro e del suo prezioso orologio d'oro Longines, per poi essere abbandonato nella sua auto, dove fu ritrovato senza vita il giorno successivo.

Il figlio della vittima: «Sentenza esemplare»

«È una sentenza esemplare perché così viene ribadito che il metodo di rapinare con il sedativo è subdolo oltre che pericoloso», ha commentato a L'Eco di Bergamo il figlio della vittima, Emanuele Bonomelli, costituitosi parte civile insieme alle sorelle e alla madre.

Le difese, rappresentate dagli avvocati Luca Bosisio, Gianluca Quadri e Roberta Zucchinali, avevano tentato di riqualificare il reato come morte conseguente a rapina o, al massimo, come omicidio preterintenzionale. La parte civile, con gli avvocati Raffaella Sonzogni e Daniele Goglio, aveva invece insistito sull'ipotesi del sequestro di persona, reato che tuttavia non è mai stato contestato agli imputati.

La Corte ha dunque condiviso l'impostazione dei giudici di primo grado: i quattro avrebbero dovuto mettere in conto che somministrare un potente sedativo a un uomo anziano poteva avere conseguenze letali.

Commenti
Antonio

Ci mancherebbe che ci fossero degli sconti,uccidere una persona per qualche centinaio di euro e farlo morire di freddo e questi non hanno avuto nessuno sconto? Poveri cuccioli sono vittime del regime 🤣 andrebbero trasferiti in Turchia o in Cina così imparano a vivere altro che sconti per stare meno anni nei resort italiani con le sbarre.

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